SEMBRANO NON RENDERSI CONTO CHE STANNO PRESENTANDOSI AL PAESE COME I PIÙ STRENUI DIFENSORI DI UN SISTEMA INCONCLUDENTE
Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 306, 28 luglio 2014.
La parte migliore del messaggio politico dei grillini era la protesta contro l’inconcludenza della politica italiana; meno apprezzabile ma pur sempre molto efficace era la loro polemica contro la casta dei politici che tende all’autoconservazione. La cosa curiosa è che oggi in Senato il Gruppo M5S guida l’opposizione contro il primo e unico tentativo efficace della politica italiana, condiviso da centrosinistra e centrodestra, di uscire dall’inconcludenza. E se malauguratamente la sua azione ostruzionistica dovesse avere successo, il risultato pratico sarebbe un contributo decisivo proprio alla irriformabilità della aborrita casta. I grillini non se ne rendono conto, ma quando nei giorni scorsi in Senato hanno dedicato i loro discorsi-fiume alla difesa della “Costituzione più bella del mondo”, identificando con essa l’idea stessa di democrazia, qualificando come “deriva autoritaria” il tentativo di modificarla secondo uno schema che nella maggior parte dei Paesi europei funziona meglio (1), essi si sono presentati al Paese come i paladini di un Palazzo che il Paese vuole incisivamente cambiare. Cercano di accreditarsi come “quelli capaci di bloccare questa riforma costituzionale”; non si rendono conto che in questo modo rinnegano la propria ragion d’essere originaria.
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(1) Richiamo a questo proposito:
– l’intervento di Alessandro Maran (SC) nel corso della discussione generale in Senato del 15 luglio scorso;
– l’intervento di Linda Lanzillotta (SC) in Senato del 17 luglio scorso;
– l’articolo di Giorgio Tonini, senatore PD, sull’Adige del 13 luglio.
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