RESTA IL PROBLEMA DI UN SISTEMA POLITICO PRIVO DI ANTICORPI CONTRO CHI MANCA DI SENSO DELLO STATO
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 305, 21 luglio 2014.
Che Silvio Berlusconi sia stato assolto con formula piena dalla Corte d’Appello di Milano, in relazione alle imputazioni di concussione e di prostituzione minorile dimostra solo l’indipendenza della magistratura, e di quella milanese in particolare. Non significa che abbia costituito un abuso l’apertura del procedimento penale: il difetto di prova del reato, del quale gli indizi c’erano, e rilevanti, poteva emergere solo dal dibattimento. Niente, comunque, mi toglie di testa un’idea che ivi ronza da tempo: cioè che se anche da noi, come in una qualsiasi delle altre grandi democrazie occidentali, il sistema politico fosse in grado di reagire immediatamente esigendo le dimissioni di un membro del Governo sorpreso a fare ciò di cui è stato imputato in questo caso il nostro ex-premier (cioè avere telefonato alle due di notte da Parigi, dove si trovava in viaggio di Stato, alla Questura di Milano per sottrarre alle procedure dovute una minorenne fermata per furto ai danni di una prostituta con lei coabitante, indicandola indebitamente come nipote di un capo di Stato estero), se – dicevo – il nostro sistema politico avesse in sé i dovuti anticorpi contro comportamenti di questo genere, probabilmente anche la magistratura avrebbe minori ragioni di intervenire nei confronti dei politici, non essendo caricata di quella funzione di supplenza, che invece troppo frequentemente nel contesto italiano finisce con l’esserle di fatto attribuita.
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