IL PARTITO DI MATTEO RENZI NON PUÒ VENIRE MENO A UNO DEI SUOI IMPEGNI PIU IMPORTANTI

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 303, 7 luglio 2014.

Domattina alle otto Governo e gruppi di maggioranza si riuniscono per decidere come procedere di conserva nel voto sugli emendamenti al disegno di legge-delega per il lavoro. La sola cosa che conta – ma questa è davvero decisiva – è che la delega consenta al Governo di adempiere l’impegno assunto più e più volte verso gli italiani e verso l’Unione Europea (Letta 19.9.13; Renzi 8.1.14; Letta 12.2.14): quello della rapida emanazione di un Codice semplificato del lavoro, che reimposti la protezione della sicurezza professionale ed economica della persona che lavora secondo i principi della flexsecurity. Che significa costruire quella sicurezza non sull’ingessatura del rapporto di lavoro, ma sul sostegno al lavoratore nel mercato. Inutile girarci intorno: l’articolo 4 del disegno di legge, così com’è, non prevede l’emanazione di un testo unico semplificato, quindi non consente questo adempimento. L’emendamento che proponiamo, invece, lo fa, riprendendo pari pari un emendamento programmatico già concordato in seno alla maggioranza un mese e mezzo fa e approvato in sede di conversione in legge del decreto Poletti, che lascia al Governo un’ampia discrezionalità nell’adempimento della delega, cioè gli consente di scegliere tra i vari progetti disponibili. Ora, poiché sia il capo del Governo sia il ministro del Lavoro sono esponenti del PD, ci si dovrebbe attendere che lo stesso PD accolga con molto favore la proposta di una delega così aperta (come del resto ha fatto, appunto, un mese e mezzo fa). Se invece il PD si oppone, questo può significare soltanto due cose: o il PD in realtà non vuole il Codice semplificato del lavoro ispirato alla flexsecurity, oppure il PD non si fida né del proprio ministro del Lavoro, né del capo del Governo. Il che sarebbe davvero curioso, visto che quest’ultimo è anche il suo Segretario generale.

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