UNA NUOVA EDIZIONE DELL’ESPERIENZA FALLIMENTARE DENUNCIATA SU QUESTO SITO NEGLI ANNI SCORSI, REALIZZATA CON IL CONTRIBUTO DEL FONDO SOCIALE EUROPEO E CON CRITERI DI SELEZIONE POCHISSIMO TRASPARENTI – QUEL PRECEDENTE DISASTROSO NON HA DUNQUE INSEGNATO NIENTE?
Articolo di Riccardo Saporiti, pubblicato sul sito Repubblicadeglistagisti.it, 17 giugno 2014 – Sulla deplorevole esperienza precedente v. su questo sito il portale I super-stage della Regione Calabria
Più di 3.400 domande per 500 tirocini: impressionante il dato di partecipazione al progetto Work Training finanziato con il Fondo Sociale Europeo dalla Regione Calabria. Ancora di più se si pensa che il dato è aggiornato al 6 giugno e che il bando scade il 19. «Per quella data», spiega alla Repubblica degli Stagisti Teresa Lampi di Calabria Lavoro, l’azienda partecipata che si occupa del progetto, «avremo tranquillamente superato le 5mila domande».
Un numero di candidature dieci volte superiore ai posti disponibili, che nella provincia di Reggio Calabria finirà dunque per coinvolgere una persona ogni venti: nella provincia reggina sono infatti 68mila i ragazzi che hanno tra i 20 e i 29 anni. Seicento invece le aziende che, al 6 giugno, si erano candidate per ospitare gli stagisti: anche in questo caso in misura maggiore ai posti effettivamente disponibili.
Segno da un lato del grande interesse verso questi tirocini della durata di un anno con un rimborso spese di 500 euro mensili, dall’altro delle difficoltà che vive il mercato del lavoro calabrese. «Per noi non è una novità», ammette Lampi alla Repubblica degli Stagisti: «è talmente grossa la crisi che chiunque, disoccupato o inoccupato, anche con più lauree, partecipa a bandi come questo perché ci vede uno spiraglio». Anche se si tratta di uno stage lungo, con un rimborso spese non elevato e senza alcuna garanzia di assunzione, né alcun incentivo alle realtà ospitanti affinché offrano un contratto al termine del percorso.
Il progetto è riservato a disoccupati e inoccupati che abbiano almeno 16 anni, ed è previsto che il 50% delle risorse a disposizione venga orientato su persone under 25. Possono ospitare tirocinanti le imprese, gli studi professionali, le fondazioni e le associazioni e anche gli enti pubblici – che però stonano un po’ in questo elenco perché, per loro natura, non possono assumere al termine dello stage ma solo tramite concorso. Un aspetto, questo, che cozza con i contenuti della normativa calabrese sugli stage: la delibera 268 del 29 luglio 2013 in materia di tirocini prevede infatti espressamente che la durata massima per tirocini formativi sia 6 mesi, e che una durata di 12 mesi sia possibile solo per i tirocini «di inserimento/ reinserimento». Che senso ha, dunque, far fare tirocini «di inserimento» in enti pubblici che non potranno mai procedere all’«inserimento», nemmeno in caso di risultato impeccabile da parte dello stagista? La domanda resta per ora senza risposta, e la Repubblica degli Stagisti spera che qualche dirigente della Regione Calabria voglia presto spiegare i motivi della scelta di aver ricompreso tra i possibili soggetti ospitanti anche gli enti pubblici.
Perché quando si tratta di denaro pubblico bisogna monitorare con attenzione, a monte e a valle, l’efficacia delle iniziative intraprese: e per finanziare questi stage la Regione Calabria ha stanziato la bellezza di 3 milioni di euro, attingendoli dal Fondo sociale europeo. L’attivazione del progetto sarà preceduta da un corso di formazione della durata di 12 ore: in particolare, le prime due saranno dedicate all’orientamento, le successive 5 ad attività di roleplaying, ovvero alla simulazione di una situazione lavorativa, e le ultime 5 al coaching, ovvero all’affiancamento di un tutor che dovrà stimolare i tirocinanti alla «massimizzazione del potenziale personale». O almeno questo recita il bando.
Le domande devono essere presentate sul sito di Azienda Calabria Lavoro entro le 14 di giovedì 19 giugno. Nella formazione delle graduatorie verranno tenute in considerazione il titolo di studio, l’età, l’indicatore Isee e le conoscenze informatiche, tutti elementi che forniranno al massimo 5 punti. Ben 15, invece, arriveranno dalla lettera motivazionale che dovrà essere allegata alla domanda. «Noi invece chiediamo che i bandi siano fatti nella maniera più trasparente possibile, che le graduatorie siano stilate sulla base di criteri oggettivi: non mi pare che assegnare un punteggio così alto alla lettera motivazionale sia rispondente a dei principi di obiettività» contesta Giuseppe Lavia, responsabile della Formazione per la segreteria regionale della Cisl.
Ma questa non è l’unica critica che il sindacato muove al bando Work Training. Non piace il fatto che sia riservato alla sola provincia di Reggio, anche se «la parte politica ci ha risposto dicendo che sarebbe stato esteso a tutto il territorio regionale» a partire dalle prossime edizioni. «Noi riteniamo che il tirocinio, la formazione e l’incentivo all’assunzione siano tre assiomi che guardano alla stessa finalità», aggiunge Lavia. Sulla base di questo principio non convince il fatto che possano partecipare anche gli enti pubblici, «dove già ci sono tante sacche di precariato», né la mancanza di formule che facilitino l’offerta di un contratto di lavoro allo stagista: «da solo, il tirocinio non può essere l’unica risposta. Deve trasformarsi in un’occasione di lavoro di tipo subordinato». E del resto la stessa Regione Calabria prevede una formula di incentivo per i bandi riservati a chi percepisce gli ammortizzatori sociali, progetti per i quali chiede alle aziende di farsi carico del 20% del rimborso garantito ai partecipanti: due elementi che invece non hanno trovato spazio in Work Training.
«Nella lettera motivazionale il candidato deve spiegare perché vuole partecipare al tirocinio, in quale settore e qual è il suo bagaglio professionale», replica Teresa Lampi, «noi saremo trasparentissimi». Già, ma come? «Le pare che possiamo assegnare 15 punti a chi scrive solo nome, cognome e titolo di studio?». Ma la Regione non teme una pioggia di ricorsi al Tar da partrcato del lavoro è così alto che le domande di partecipazione continuano ad arrivare a ritmo serrato.e degli esclusi? «La valenza della lettera deve essere palpabile». Resta il fatto che i criteri oggettivi sulla base dei quali valutarla non vengono esplicitati. Altro aspetto, il fatto che le aziende non siano tenute co-finanziare i tirocini: «In realtà possono fare quello che vogliono» dice Lampi. Viene da chiedersi quante, di fronte alla possibilità di inserire una risorsa in azienda per un anno a costo zero, decideranno di integrare la somma.
Riassumendo: un tirocinio troppo lungo, con un rimborso non elevato e totalmente a carico delle casse dello Stato (con conseguente de-responsabilizzazione del soggetto ospitante), con la possibilità di svolgerlo anche negli enti pubblici anche se lì la prospettiva di inserimento post stage è inesistente, con poco spazio alla formazione, senza incentivi all’assunzione e con una modalità discrezionale di selezione dei candidati. Dopo il caso dei “superstage”, denunciato sei anni fa dalla Repubblica degli Stagisti, un altro programma di tirocini promossa dalla Regione Calabria che presenta numerosi aspetti critici.
Eppure il bisogno di entrare nel mercato del lavoro è così alto che le domande di partecipazione continuano ad arrivare a ritmo serrato.