PERCHÉ QUEL “PREAMBOLO” È IMPORTANTE

L’EMENDAMENTO AL PRIMO COMMA DELL’ARTICOLO 1 DEL DECRETO POLETTI, CON LA PREVISIONE ESPLICITA DEL CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO A PROTEZIONE CRESCENTE, ANNUNCIA IL PASSAGGIO DEL NOSTRO DIRITTO DEL LAVORO DAL XX AL XXI SECOLO

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 294, 5 maggio 2014.

Il primo degli emendamenti al decreto-legge sul lavoro concordati tra i partiti di maggioranza e presentati venerdì dal Governo al Senato collega esplicitamente questo intervento legislativo con quello più organico, contenuto nel disegno di legge-delega, che – precisa lo stesso emendamento – consisterà in un codice semplificato del lavoro contenente la previsione del contratto a tempo indeterminato a protezione crescente. Viene in questo modo confermato l’impegno del Governo e della maggioranza per una riforma del diritto del lavoro che avrà, come capitolo centrale, la libera sperimentazione di un rapporto di lavoro caratterizzato da una protezione della stabilità che aumenta gradualmente con l’anzianità di servizio, e al tempo stesso da una tecnica di protezione della sicurezza economica e professionale della persona che lavora non più fondata sull’ingessatura del rapporto, ma su di un robusto sostegno del reddito a carattere universale e su di una assistenza efficace nel mercato per tutti coloro che passano da una occupazione a un’altra. Non più difesa del lavoratore dal mercato del lavoro, ma nel mercato del lavoro. Non mi sembra un eccesso di enfasi affermare che questo “preambolo” del decreto costituisce il preannuncio ufficiale, per il nostro diritto del lavoro, del passaggio dal XX al XXI secolo. Con una quindicina d’anni di ritardo, come purtroppo è consuetudine delle riforme del  lavoro nel nostro Paese; ma finalmente ci stiamo arrivando anche noi.

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