NEL 2009 IL CROLLO DEL LAVORO TEMPORANEO HA PREANNUNCIATO LA RECESSIONE, MA A PARTIRE DAL 2010 NEGLI USA ESSO HA AVUTO UN BOOM CHE FORSE SEGNA UN CAMBIAMENTO DURATURO NEL MERCATO DEL LAVORO
Articolo di Damian Paletta pubblicato sul Wall Street Journal il 6 aprile 2014 – La traduzione è di Maria Clavarino
L’economia crea posti di lavoro. Ma quanti sono destinati a durare?
Il settore della fornitura di personale con contratti a breve termine sta vivendo un boom a lungo termine, visto che i lavoratori temporanei rappresentano oltre un decimo di tutta la crescita di posti di lavoro dal 2009, secondo le statistiche pubbliche.
Secondo la società di selezione del personale “CareerBuilder”, in città come Cincinnati e Milwaukee più della metà di tutti i posti di lavoro creati dal 2009 sono di lavoro temporaneo o con contratti a termine. A Stockton, in California, quasi tutti i nuovi posti di lavoro dal 2009 sono posti di lavoro temporaneo.
Le assunzioni di lavoratori temporanei spesso aumentano dopo i cali di profitto, perché le aziende cercano di contenere i costi del lavoro. Ma ora molti esperti del lavoro pensano che il perdurare del ricorso al lavoro temporaneo stia segnando un cambiamento strutturale e duraturo nel mercato del lavoro .
Le statistiche del mese scorso sono state particolarmente significative. L’ economia ha creato 28.500 posti di lavoro nei servizi di supporto temporaneo, che rappresentano il 15 % di tutti i nuovi posti di lavoro in marzo. L’aumento dei posti di lavoro temporanei che si è registrato nell’ultimo anno è stato quasi del 10 %, e costituisce l’incremento maggiore in tutte le 150 categorie che il Dipartimento del Lavoro ha osservato.
La spinta si deve ad aziende che hanno ridotto le assunzioni durante la recessione e hanno imparato che si può risparmiare sui salari e i benefit, così come se ne può aumentare la flessibilità , utilizzando un minor numero di lavoratori permanenti anche quando l’economia cresce. I progressi della tecnologia, in particolare nel settore della produzione, hanno portato le aziende a ripensare quanti lavoratori a tempo indeterminato hanno bisogno in un momento in cui il ricorso al lavoro temporaneo diventa sempre più a lungo termine.
Tutto questo accade perché in grandi aziende come Wal-Mart Stores Inc. e Amazon.com Inc. l’assunzione di lavoratori temporanei è stata un pilastro fondamentale della struttura aziendale, portando altri a seguirne l’esempio. Più di 2,8 milioni di lavoratori sono stati registrati come lavoratori a termine in marzo, circa il 2,5% della forza lavoro, mentre nel mese di agosto 2009 i lavoratori a termine erano 1,7 milioni.
“Non lo consideriamo un indicatore di un picco nell’economia del nostro settore”, ha detto Jeffrey A. Joerres, amministratore delegato di ManpowerGroup, una delle più grandi aziende di fornitura di lavoro temporaneo del Paese. “Vediamo, piuttosto, il fatto che il nostro settore richiederà più forza lavoro che in passato come un cambiamento strutturale o epocale”.
Questa consuetudine ha attecchito in profondità nelle aree produttive tradizionali. Quasi il 40% dei posti di lavoro temporanei si trovano attualmente nel settore della produzione, a seguito di un aumento costante per diversi decenni, ha detto Susan Houseman, economista del lavoro presso il WE Upjohn Institute for Employment Research nel Michigan.
La Malone Staffing Solutions, una società del Kentucky che seleziona e assume lavoratori temporanei, ha un proprio funzionario dislocato all’interno dello stabilimento automobilistico Kia a LaGrange, in Georgia, dove gestisce gran parte del personale. MAU Workforce Solutions sta gestendo gran parte delle assunzioni per lo stabilimento BMW a Greenville, nella Carolina del Sud.
“E’ una questione di domanda e offerta”, ha detto Jennifer Little, responsabile dei servizi di collocamento nello Spartanburg Community College, che lunedì ospiterà una fiera del lavoro temporaneo per i posti in BMW offerti da MAU. “I datori di lavoro lo vedono come un modo rapido per poter facilmente ridurre le dimensioni senza un impatto sul loro nucleo di personale”.
Per quanto riguarda i lavoratori, i lavori temporanei hanno sempre fornito a chi è in cerca di lavoro un percorso di esperienza e del guadagno extra durante la ricerca di una posizione con una migliore retribuzione, maggiori benefit e la garanzia di un lavoro a lungo termine.
Ma per dimostrare quanto breve possa essere la durata di questi lavori, ad un certo punto l’anno scorso circa 11 milioni di persone avevano una posizione temporanea, ma attualmente solo 2,8 milioni di persone ne hanno una attualmente, secondo una stima dell’American Staffing Association.
La prevalenza di posti di lavoro temporanei crea problema per le persone in cerca di lavoro. La retribuzione media settimanale dei posti di lavoro temporanei, 554 dollari , è un terzo in meno rispetto alla retribuzione media percepita nella totalità dei posti di lavoro, secondo il Bureau of Labor Statistics. E per i posti di lavoro temporanei l’aumento degli stipendi è stato più lento che per gli altri lavori.
Eppure, ci sono lavoratori per cui, come per Nandini Balial, lavorare con un posto di lavoro temporaneo è certamente meglio che non lavorare. Ha ventitré anni e concluderà gli studi alla New York University a maggio con una laurea in studi cinematografici, e passa da un contratto temporaneo all’altro mentre cerca un lavoro a tempo pieno in televisione. Attualmente sta lavorando part-time e con un lavoro temporaneo, occupandosi di ricerche per una società, ma ha detto che a questo punto sarebbe disposta ad accettare “qualsiasi lavoro che richieda un cervello e mani e piedi che funzionano”.
“Sto lì un sacco di tempo a rimproverarmi perché non ho un lavoro permanente a tempo pieno” ha detto, aggiungendo che spesso deve decidere quali conti pagare e di quali rinviare il pagamento.
I discorsi su un’economia permanentemente basata sul lavoro temporaneo vennero alla ribalta più di un decennio fa, per poi venire meno quando il tasso di disoccupazione scese a metà degli anni 2000 e i lavoratori acquisirono più potere. Ma visto che prevalgono le previsioni di un mercato del lavoro che resterà debole ancora per diversi anni, e visto che i produttori ed anche altri sono sempre più a proprio agio con la flessibilità che offre una forza lavoro temporanea, la tendenza probabilmente continuerà.
“Da che cosa è guidato questo fenomeno?” ha detto Jim Link, direttore del personale di Randstad Nord America, una grande azienda di risorse umane. “Dalla lezione di una dura recessione”.
Quando si tratta di assumere, ha detto, i datori di lavoro sono riluttanti ad investire “nello stesso modo in cui lo erano prima della recessione”.