IL PROGETTO “MAXI-JOBS” ELABORATO DA LUCA RICOLFI RIPROPONE, IN MODO PIÙ ROBUSTO E INCISIVO, IL PROGETTO DI SC PER UN DRASTICO ALLEGGERIMENTO DEL CUNEO FISCALE E CONTRIBUTIVO SUI RAPPORTI DI LAVORO A CARATTERE INCREMENTALE – MA PRESUPPONE MAGGIORE LUNGIMIRANZA DA PARTE DELLA RAGIONERIA DELLO STATO
Intervista a cura di Luca Fornovo, pubblicata su la Stampa del 9 marzo 2014
Professor Ichino, che cosa pensa del progetto maxi-jobs?
Ne penso molto bene: mi sembra che attivi un gioco a somma positiva nel quale tutti hanno da guadagnare, per primi i lavoratori disoccupati. Il progetto ripropone, ma in modo più robusto e incisivo, un provvedimento che avevo presentato in Senato nell’aprile scorso – d.d.l. n. 555/2013 – per la sperimentazione di un rapporto di lavoro più snello e meno costoso utilizzabile per tutte le assunzioni che comportino un aumento dell’organico aziendale. Luca Ricolfi, rafforzando, perfezionando e semplificando questo schema, mostra in modo convincente come esso possa produrre un aumento di gettito fiscale con una ottima probabilità di coprire interamente la perdita di gettito contributivo. Purché i burosauri siano disposti a guardare al di là del loro naso.
Che cosa intende dire?
Intendo dire che l’ostacolo può essere costituito dall’applicazione – a Roma o a Bruxelles – di criteri di contabilità pubblica molto miopi, che considerano l’economia nazionale in modo troppo statico e troppo poco dinamico. Certo, l’approccio dinamico comporta sempre qualche rischio in più rispetto a un approccio puramente statico, di cassa.
Come si può superare il problema?
Se fossi Renzi andrei dalla Merkel e da Olli Rehn mettendo sul tavolo una misura choc come questa, accompagnata da una riforma incisiva del codice del lavoro nella direzione che l’UE ci chiede, e proponendo l’accordo bilaterale previsto proprio operazioni di questo genere: questo Jobs Act in cambio di un criterio di contabilità che lo renda finanziariamente fattibile. Ora, alla vigilia delle elezioni europee, è proprio il momento giusto perché questo bilateral agreement possa passare.
In che cosa potrebbe consistere la riforma delle regole abbinata alla misura choc?
Se stiamo alle anticipazioni di Renzi circa il contenuto del suo Jobs Act, una riforma minimale potrebbe consistere nella sperimentazione, proprio sui maxi-jobs, del rapporto di lavoro a tempo indeterminato a protezioni crescenti come alternativa molto competitiva al contratto a termine. In quelle anticipazioni, poi, Renzi aveva indicato anche il Codice semplificato del lavoro, che effettivamente è cosa molto matura sia sul piano tecnico, sia su quello politico: lo presentiamo a Roma il 19 marzo prossimo, a un convegno che sarà concluso dal ministro Poletti.
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