UNA PRESIDE PRENDE SUL SERIO LA NORMA CHE CONSENTE L’IMPIEGO DEI DISOCCUPATI IN SERVIZI DI PUBBLICA UTILITÀ – MA IL CENTRO PER L’IMPIEGO NON NE SA NULLA E NON DISPONE NEPPURE DELLA LISTA
Lettera pervenuta il 15 febbraio 2014 – Segue la mia risposta
Gentilissimo professore,
domenica scorsa leggendo qua e là, sono venuta a conoscenza del fatto che gli enti pubblici possono avvalersi della collaborazione dei lavoratori in mobilità per impiegarli in lavori socialmente utili.
Essendo preside di un liceo, mi sono immediatamente rivolta al centro per l’impiego della mia città e dopo l’iniziale sconcerto dell’impiegata che mi scrutava per cercare di scorgere le antenne verdi… sono riuscita a carpire qualche vaga informazione su elenchi nominativi di questi ex lavoratori detenuti da INPS che forse, chissà quando, me li potrebbe anche rilasciare ma … privi di profilo professionale (perché? non si sa).
Rifletto: migliaia e migliaia di lavoratori travolti dalla crisi non sanno che fare, ricevono un sussidio e nessuno li interpella….è mai possibile? Immagini, professore, quali sostanziali benefici trarrebbe una scuola dalla presenza (sia pur per 20 ore settimanali) di operai, tecnici, etc., che collaborano al funzionamento della stessa in più settori, da quello della manutenzione (oggi pagata dall’ente proprietario) a quello dell’attività amministrativa, dell’ammodernamento tecnologico!
Parliamone, avviamo una riflessione su questa opportunità… io comunque lunedì andrò all’INPS… non mollo!
Saluti e grazie dell’attenzione.
M.B. – Mantova
Questa, ahimè, è la situazione di molti nostri Centri per l’Impiego. Qualcuno a Roma e negli assessorati regionali al lavoro dovrebbe chiedersi: se i CpI non dispongono neppure della lista dei disoccupati che dovrebbero collocare (per non parlare dei rispettivi profili professionali) come è pensabile che svolgano la loro funzione essenziale di collocamento? Prima ancora, come è pensabile che le imprese si rivolgano a questi Centri per trovare i lavoratori di cui hanno bisogno? Questo è il motivo per cui è indispensabile incominciare subito a sperimentare il metodo del contratto di ricollocazione, che affida al servizio pubblico le funzioni di “cerniera” tra gli utenti e le agenzie specializzate, per le quali ha competenza, e alle agenzie specializzate, in concorrenza tra loro, la funzione della quale esse hanno il know-how: quella cioè di assistenza intensiva per l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. Un punto fondamentale, questo, per chiunque assumerà la responsabilità del dicastero di via Veneto nel Governo Renzi.
Quanto al tema specifico della lettera di M.B., è anche per rendere effettiva e incentivare il più possibile l’utilizzabilità dei lavoratori cassintegrati in attività utili per la collettività locale che, insieme a numerosi altri senatori di centrosinistra e centrodestra, ho promosso il progetto Lavoro per la città, presentando il 23 dicembre scorso il disegno di legge n. 1221 che lo rende possibile. Questa lettera induce a estendere quanto previsto nel disegno di legge anche ai lavoratori disoccupati che usufruiscono del trattamento di mobilità. (p.i.)