CONVERGENZA PROBABILE, SUL CAPITOLO LAVORO E RELAZIONI INDUSTRIALI, DEL PROGRAMMA DI MATTEO RENZI CON QUELLO PRESENTATO DA ENRICO LETTA MERCOLEDÌ – QUINDI ANCHE CON LE PROPOSTE DI SCELTA CIVICA
Intervista a cura di Mariangela Pani pubblicata dall’Agenzia ADN-Kronos il 14 febbraio 2014
Oggi si dimette il presidente Letta. Se il prossimo incarico di guida dell’Esecutivo fosse affidato a Matteo Renzi (come pare), quali dovrebbero essere le priorità sul lavoro che il nuovo premier dovrebbe immediatamente affrontare secondo lei?
Le priorità in materia di lavoro sono, salvo qualche messa a punto, quelle indicate nel primo capitolo del documento programmatico presentato dallo stesso Enrico Letta mercoledì scorso: sperimentazione di un contratto a tempo indeterminato a protezioni crescenti con l’anzianità di servizio, Codice semplificato, reimpostazione dei servizi nel mercato del lavoro incentrata sul contratto di ricollocazione.
Qualcuno ha detto che Letta ha attinto dal Jobs Act di Renzi.
E qualcun altro ha detto invece che Letta ha attinto dalle proposte di Scelta Civica. Bene comunque! Vuol dire che almeno su questi tre punti c’è un ampio consenso. Ora ci vuole un ministro che ci creda, abbia la competenza tecnica e la capacità di vincere le resistenze e attivare rapidamente tutte e tre queste misure.
Il piano di Renzi per il lavoro, il Jobs Act, parla di semplificazione dei rapporti di lavoro. Secondo lei, nella direzione giusta?
In realtà del suo Jobs Act Renzi ci ha fatto conoscere ancora poco. Ora che diventa Presidente del Consiglio non potrà mantenere ancora il riserbo. Ma non credo che avremo sorprese: su questo punto ci sarà una positiva convergenza con le linee principali del documento elaborato da Letta. E se sarà così, vorrà dire che finalmente ci si starà muovendo nella direzione giusta.
E quanto della sua proposta sul “contratto di ricollocazione” potrebbe realizzato in quest’ambito?
Quello è un progetto organico, nel quale tutto si tiene: non lo si può attuare un po’ sì e un po’ no. La possibilità di scelta dell’Agenzia da parte del lavoratore disoccupato è essenziale per ottenere un buon equilibrio tra gli interessi dell’una e quelli dell’altro, nella determinazione del grado di disponibilità richiesto per la riqualificazione e il nuovo lavoro. D’altra parte il controllo dell’Agenzia sulla disponibilità del disoccupato è essenziale per attivare la necessaria condizionalità del sostegno del reddito di cui quest’ultimo gode. E il fatto che il voucher regionale venga pagato all’Agenzia solo a risultato positivo ottenuto è indispensabile per riqualificare la spesa pubblica in questo settore e al tempo stesso far piazza pulita degli operatori fasulli.
E quello che prevede il Jobs Act per le imprese (taglio dell’Irap, abbattimento dei costi dell’energia), secondo lei è fattibile o pone seri problemi di risorse?
Il taglio dell’Irap è possibile per i nuovi rapporti di lavoro di carattere incrementale, cioè per quelli che non sono sostitutivi di rapporti precedenti. In questi termini, come ho mostrato nel disegno di legge n. 555 del 2013, la copertura finanziaria si può trovare. Quanto all’abbattimento dei costi dell’energia, occorre attuare seriamente quanto previsto nel documento Destinazione Italia del settembre scorso.
Ci sono provvedimenti che a causa della crisi di governo, rimarranno fermi e avranno bisogno di essere subito approvati?
Abbiamo diversi decreti-legge in corso di esame in Parlamento. Ma la prassi vuole che anche in periodo di crisi di Governo il Parlamento possa lavorare sui decreti-legge, stante il loro carattere di urgenza. E poiché in Italia ormai si legifera quasi soltanto mediante decreti-legge, questo significa che nei giorni prossimi il Parlamento continuerà a lavorare quasi normalmente.
.