IL PARADOSSO DI UNA LEGGE DI STABILITÀ CHE STANZIA 700 MILIONI PER RIFINANZIARE LA CIG IN DEROGA E SOLO 15 MILIONI PER I NUOVI STRUMENTI DELLE POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 277, 23 dicembre 2013.
La regola originaria enunciata dal Presidente del Consiglio era: “Ogni euro risparmiato con la spending review deve andare ad alimentare il fondo per la riduzione del cuneo fiscale e contributivo sulle buste-paga…”. Poi la legge di stabilità ci ha aggiunto l’eccezione: “… salve le spese necessarie per inderogabili esigenze di equità sociale”. Tradotta in italiano, l’eccezione posta dalla legge di stabilità recita così: “… salvo quanto necessario per rifinanziare la Cassa integrazione in deroga”. Ovvero (poiché la Cig in deroga è un pozzo senza fondo, e più essa dura più durano i periodi di disoccupazione di chi la percepisce): “Non possiamo creare le condizioni per far aumentare la domanda di lavoro, riducendo il cuneo fiscale e contributivo, perché dobbiamo continuare a dare la Cig in deroga alle persone che hanno perso il posto, anche se in questo modo le facciamo rimanere più a lungo disoccupate”.
Uscire da questo circolo vizioso senza lasciare i disoccupati privi di sostegno si può: lo strumento è il contratto di ricollocazione. Senonché per questa voce la legge di stabilità stanzia 15 milioni; per la Cig in deroga ne stanzia 700.
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