COME SI SPIEGA CHE IL MERCATO DEL LAVORO IN UNA ZONA POSSA ESSERE AL TEMPO STESSO FLUIDO, NEL SENSO DELLA FACILITÀ DI MUOVERSI AL SUO INTERNO, E DENSO NEL SENSO DELLA CONCENTRAZIONE IN ESSO DI LAVORATORI CON UNA DETERMINATA SPECIALIZZAZIONE E DI IMPRESE CHE NE HANNO BISOGNO – I BENEFICI CHE NE DERIVANO
Due paragrafi estratti dal mio libretto fresco di stampa: Il lavoro spiegato ai ragazzi (e anche ad alcuni adulti), Mondadori, novembre 2013, € 13.
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21. PERCHÉ I GIOVANI ITALIANI PIÙ BRAVI VANNO A LAVORARE ALL’ESTERO?
Lo chiamano brain drain, cioè “drenaggio di cervelli”. Consiste nel fatto che i laureati migliori tendono a emigrare in altri Paesi, dove trovano lavoro più facilmente e guadagnano di più di quanto potrebbero in Italia. Questo avviene per diversi motivi.
Innanzitutto, in Italia per un giovane molto bravo è più difficile che negli altri Paesi maggiori contendere il posto di lavoro a un lavoratore adulto meno bravo: vedremo infatti nel prossimo paragrafo come da noi sia un po’ più difficile che in Francia o in Germania, e molto più difficile che negli U.S.A., sostituire un lavoratore meno bravo con uno più bravo. Chi ha un posto di lavoro fisso può stare abbastanza tranquillo: se non combina qualche mancanza davvero molto grossa, sarà assai improbabile che qualcuno più produttivo riesca a soffiarglielo. Per un nostro giovane laureato molto bravo, dunque, restare in Italia significa dover fare una “coda” più lunga per farsi assumere in un posto dove le sue capacità siano pienamente valorizzate; negli U.S.A., invece, ha molte più probabilità di essere assunto subito, perché in quel Paese c’è un mercato del lavoro molto fluido.
22. I VANTAGGI DEI MERCATI DEL LAVORO “FLUIDI” E DI QUELLI “DENSI”
Dunque, un mercato del lavoro fluido è quello in cui è facile trovare un lavoro quando lo si cerca, sia che si tratti del primo ingresso nel mondo del lavoro, sia che si voglia o debba cambiare posto di lavoro perché si è perso o si rischia di perdere il precedente, o ancora perché si vuole migliorare la propria posizione professionale. Un altro meccanismo che favorisce il brain drain è questo: i cervelli migliori tendono a concentrarsi dove ce ne sono di più. Perché? Perché dove si concentrano i lavoratori migliori anche le imprese più produttive tendono a concentrarsi: si parla, a questo proposito, di mercati del lavoro ad alta densità (nel senso dell’alta concentrazione di lavoratori con una stessa qualifica: un mercato del lavoro può dunque essere “denso” e al tempo stesso “fluido”, nel senso precisato sopra). Ora, dove ci sono più imprese altamente produttive, e quindi più possibilità di occupazione per i lavoratori migliori, questi possono trovare più facilmente l’occupazione nella quale essi danno il meglio di sé.
Pensiamo, per esempio, alla vicenda di Roberto, giovane fiorentino laureato a pieni voti in ingegneria elettronica per le telecomunicazioni, che cerca lavoro vicino a casa, in Toscana, Umbria o Emilia; e a un certo punto riesce a trovare un’impresa che aveva bisogno di un esperto informatico per la gestione di servizi alberghieri. Roberto è abbastanza contento, perché un lavoro lo ha trovato, ma non fa proprio il lavoro che gli piacerebbe di più, quello nel quale sarebbe più produttivo; quindi guadagna un po’ meno di quel che potrebbe. Invece Rebecca, sua compagna di facoltà e laureata anche lei a pieni voti con una tesi sulle applicazioni informatiche nella telefonia destinata alle persone con difficoltà di udito, è andata in California, vicino a Los Angeles, dove c’è il più grande mercato del lavoro informatico del mondo; e lì ha potuto trovare un’azienda specializzata proprio nella produzione di programmi informatici per i non udenti. Rebecca, dunque, mette a frutto proprio le sue capacità specifiche, le cose che ha studiato più da vicino e sulle quali le piace di più lavorare; così il suo lavoro produce molto più valore, ed è conseguentemente retribuito molto di più.
Un secondo vantaggio dei mercati del lavoro ad alta densità – cioè dove si concentrano molte imprese specializzate in una determinata produzione e molti lavoratori specificamente qualificati per quella stessa produzione – è che il lavoratore può passare più facilmente da un’azienda a un’altra, cercando via via quella che valorizza meglio le sue capacità. Rebecca, per esempio, dopo la sua prima esperienza lavorativa in un’azienda californiana che produce telefoni per i non udenti, ha trovato un’altra azienda specializzata in informatica musicale dove le sue capacità sono ancora meglio valorizzate. Questa maggiore facilità di cambiare azienda fa sì che Rebecca non abbia paura di perdere il posto, nel caso in cui la sua azienda fallisca, o nel caso di un suo litigio con un collega o un dirigente: nella regione sarà facile trovare un’altra occupazione dove le sue capacità siano valorizzate, proprio perché è un mercato del lavoro ad alta densità (qui si vede come la “densità” del mercato, nel senso in cui il termine è qui utilizzato, non solo non è incompatibile con la caratteristica della “fluidità”, ma addirittura la favorisce). Roberto, invece, se l’impresa alberghiera che lo ha assunto dovesse fallire o comunque licenziarlo, avrebbe qualche difficoltà a ritrovare un lavoro corrispondente alle sue capacità; e dovrebbe probabilmente attendersi un periodo di disoccupazione più lungo.
Un terzo vantaggio dei mercati del lavoro ad alta densità è che la maggiore concentrazione di lavoratori con la stessa specializzazione consente uno scambio di idee tra di loro più intenso e più ricco. Rebecca, nella zona dove lavora, ha incontrato altri specialisti di informatica applicata alla musica, con i quali ha potuto confrontare le proprie esperienze professionali, acquisendo informazioni preziose per il suo lavoro e facendo maturare nuove idee. Da uno di questi incontri professionali, poi, è nato un progetto molto innovativo: Rebecca si è messa in società con altri due colleghi, con i quali ha messo a punto una nuovissima applicazione dell’informatica per la musica, la ha brevettata e ora gestisce un’impresa sua che sfrutta il brevetto. È molto più difficile che questo accada a Roberto in Toscana, perché lì il mercato del lavoro informatico è molto meno denso che in California.
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