BEN VENGA IL RIGORE, MA QUESTE MISURE SONO DAVVERO MORTIFICANTI
19 luglio 2008
Gentile Professore,
mi rivolgo a Lei perchè so essere una persona al di sopra di ogni sospetto per quello che riguarda la lotta agli sprechi e al malcostume negli uffici pubblici, so quindi che capirà il senso di questo mio sfogo senza confonderlo con la volontà di non perseguire i comportamenti devianti.
Come molti statali onesti, anch’io sono amareggiata dalla caccia alle streghe che sembra essersi accesa nel nostro paese nei confronti degli impiegati pubblici. Naturalmente, non ci penso neanche a difendere realtà francamente indifendibili come quelle che ci propongono certi reportages nei quali distese di scrivanie deserte fanno da sfondo a ignobili assebramenti di dirigenti e impiegati nei bar limitrofi ai ministeri o a certi uffici pubblici, o altrettanto ignobili assenze dal servizio dovute a fantomatiche malattie mentre, a spese del contribuente si fanno vacanze o altre professioni.
Non sono neanche d’accordo su premi distribuiti a pioggia, solo perchè un’anzianità è maggiore di un’altra, senza guardare l’impegno, la volontà personale di migliorarsi e migliorare il servizio prestato.
Detto questo, ben conscia che purtoppo molte mele marce hanno negli anni contribuito a svilire quel ruolo di servitore dello Stato di cui dovremmo essere fieri e che a volte ci ritoviamo quasi a confessare con un certo senso di vergogna, certi che, spesso, chi ci ascolta penserà di noi: “ecco un altro peso morto che mangia a scrocco sulle tasse dei cittadini…”
Detto questo, appunto, voglio però dire no a questo linciaggio e a certe misure, francamente mortificanti della nuova circolare ministeriale sulle assenze per malattia.
Punto primo: gli impegati pubblici per la maggior parte guadagnano una miseria. Altro che stipendi d’oro e premi a pioggia.
Un assistente amministrativo con 10 anni di anzianità guadagna circa 1100 euro al mese, no 14esima, no buoni pasto! Può solo sperare in eque divisioni dei fondi di istituto che, però, molto raramente, anche per penuria di fondi, raggiungono cifre nette a 3 zeri.
La nuova circolare, taglia questi stipendi già dal primo giorno di malattia, costringendo il dipendente, già mortificato finanziariamente a una sorta di arresti domiciliari (11 ore di reperibilità al giorno!), ponendolo in serissime difficoltà sia in caso di patologie che richiedano un minimo di convalescenza …. non esiste solo la polmonite ma anche un braccio rotto, una convalescenza post ospedaliera, o altre patologie per le quali anche la possibilità di fare una breve passeggiata può rappresentare un aiuto alla guarigione. Per farla breve, tre o quattro ore al giorno eliminerebbero il rischio di secondi lavori o vacanze furbine, ma consentirebbero, soprattutto a chi è solo di guarire e di poter mantenere un minimo di autonomia.
Ha pensato il ministro a come può fare una persona con una sola ora al giorno a fare un minimo di spesa, recarsi a comperare le medicine in farmacia o mandare la raccomandata con la certificazione al datore di lavoro? Non tutti possono contare su un aiuto o una famiglia che possano sbrigare le cose per loro, ma tutti devono essere messi in condizioni di vivere un momento comunque sgradevole come la malattia, con il massimo di autonomia e decoro possibili.
Per il resto, ben vengano visite fiscali e licenziamenti in tronco per chi cerca di turlupinare il prossimo con false malattie e manovrine varie. Chi non è un truffatore non ha paura di dovere giustificare quello che chiede o di farsi visitare da un medico fiscale. Ben venga anche la certificazione obbligatorie da parte di medici e strutture pubbliche.
Ben venga tutto quello che può fare piazza pulita di certi malcostumi, ma per favore basta col trattarci da delinquenti solo perchè occupiamo un posto pubblico.
Stefania Loreti
Affido la mia risposta a un articolo che dovrebbe comparire domani, 22 luglio, su La Repubblica e che è già disponibile su questo sito. (p.i.)