L’ERRORE “POLITICAMENTE NECESSARIO” DI RIDURRE L’IMPOSTA SULLA CASA PRIMA DI QUELLE SUI REDDITI DI LAVORO E IMPRESA – E LE COSE URGENTI DA FARE
Intervista a cura di Sergio Amici, pubblicata dall’Agenzia di stampa Adn-Kronos il 29 agosto 2013
Il presidente Mario Monti ha criticato le decisioni del governo in materia di Imu, sottolineando, e non è il solo, che se si vuole iniziare un percorso di riduzione fiscale, occorre partire con interventi su lavoro ed imprese. Lei è dello stesso avviso?
Mi sembra difficile dissentire. Per rimettere in moto il Paese, la prima cosa da fare è detassare chi produce, cioè i redditi di lavoro e di impresa; in secondo luogo detassare chi consuma, e qui entra in gioco l’Iva; detassare chi possiede, secondo logica, dovrebbe venire per ultimo.
Premesso che il provvedimento del governo ancora non è stato scritto, pensa che potrebbero crearsi i presupposti per un’uscita di Scelta civica dalla maggioranza se l’esecutivo si dimostrasse troppo accondiscendente rispetto alle richieste del Pdl o magari in futuro anche del Pd?
Sul piano politico, non mi sento di imputare a Enrico Letta questa scelta sull’IMU come una colpa. Direi, quanto meno, che è stato un errore politicamente necessario. In un momento di grande difficoltà, in cui le vicende giudiziarie del capo del PdL mettono a repentaglio la sopravvivenza stessa del governo, credo che sia stato bene dare spazio a questa scelta, cui il PdL ha voluto attribuire un valore politico prioritario. Una crisi di governo oggi ci sarebbe costata enormemente di più di questi quattro miliardi stanziati per la riduzione dell’IMU.
C’è il rischio che sostituendo l’Imu con la service tax la pressione fiscale alla fine aumenti?
Questo rischio è sempre in agguato. Dipende dall’entità della nuova tassa.
Quali dovrebbero essere, secondo Lei, gli interventi prioritari per favorire la ripresa della crescita economia?
Dismissione della parte di patrimonio pubblico poco o male utilizzata; spending review rigorosa, centrata anche sullo spostamento del personale pubblico dagli uffici dove esso è in soprannumero a quelli dove si registrano carenze di organico; con i proventi di queste misure, allineamento del cuneo fiscale e contributivo che grava oggi sul costo del lavoro al livello tedesco, se non addirittura a quello britannico; semplificazione legislativa: il Codice semplificato del lavoro potrebbe essere varato in tre mesi, a costo zero; riduzione, in via sperimentale e temporanea, dei vincoli allo scioglimento dei nuovi rapporti di lavoro a tempo indeterminato nel primo periodo di svolgimento. Su tutte queste cose misureremo la capacità del Governo Letta di guidare davvero il Paese fuori della crisi.