DECRETO BRUNETTA: L’ASSENTEISMO ABUSIVO NON SI COMBATTE COSI’

ALCUNE NORME DAVVERO ASSURDE NEL “DECRETO BRUNETTA” (D.L. n. 112/2008)

La protesta di un medico pubblico contro alcuni contenuti davvero paradossali, molto mal congegnati, delle nuove misure contro l’eccesso delle astensioni dal lavoro per malattia nel settore pubblico. Segue la mia risposta.

8 luglio 2008
Gentile Prof. Ichino,
     desidero il Suo parere di giuslavorista sul D.L. n. 112 del 25/06/08, più noto come “decreto Brunetta”, in particolar modo per ciò che attiene all’art. 71, “ Assenza per malattia e per permesso retribuito dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni“.
     Non intendo fare alcuna valutazione politica sugli intenti del ministro su nominato, anche perché è chiarissimo il suo intento di : a) distruggere il servizio pubblico, b) di annullare per decreto molte
garanzie dei pubblici dipendenti, materia che dovrebbe essere  oggetto precipuo di contrattazione con le organizzazioni sindacali.

     Mi auguro che queste azioni di governo siano la giusta punizione per un popolo, quello italiano, che si buttato anema e core nella braccia del Cavaliere. Chissà quanti “fannulloni “ avranno votato per il centrodestra, e mi riferisco ad esempio al personale dei Ministeri i
quali sono, com’è noto, un bacino di voti cospicuo per partiti come Alleanza Nazionale ! Per non dire della mia esperienza personale come primario di un reparto chirurgico; i più infingardi ed assenteisti tra i miei collaboratori ( medici e paramedici ) sono proprio quelli che più si rallegrano della vittoria del centrodestra, con un moralismo parolaio piuttosto risibile. Mi interessa invece il Suo parere su quanto sancito nei vari paragrafi del decreto, che appare inequivocabilmente di difficile, se non
impossibile, applicazione.
     Dal momento che sicuramente Lei conoscerà il testo in questione, mi permetto di entrare direttamente nel merito dei vari paragrafi.
     Il Paragrafo 1 sembra la fiera del non senso. Non si può privare un dipendente ammalato o in permesso retribuito degli emolumenti o indennità aventi carattere “ fisso e continuativo “, e ciò perché tali indennità hanno proprio un carattere… fisso e continuativo. Inoltre il decreto recita che quanto eventualmente risparmiato con questo provvedimento non costituisce incremento per i fondi da avviare alla contrattazione integrativa. E cioè i dipendenti “ virtuosi “ non possono giovarsi della loro rettitudine per “ finanziare “ la contrattazione integrativa.
     Il Paragrafo 2 poi credo sia stato scritto da persona che conosce poco la lingua italiana, o abusa del “ burocratese “. Cosa significa “in ogni caso dopo il secondo evento di malattia nell’anno solare“ ? Se si riferisce al secondo evento di malattia, bisognava adoperare “in occasione del“, e non “dopo“, altrimenti chi sa di lingua italiana lo interpreta come “il terzo evento di malattia“. Ma al di là del
problema semantico, qualcuno ci spiega cosa significa che, nell’occasione suddetta, il certificato deve essere rilasciato da struttura pubblica ? Quale struttura di grazia ? Escluso il medico curante (
altra aberrazione, come possono confermare gli esperti in Medicina del Lavoro ), restano i Distretti Sanitari e la rete ospedaliera. Premesso che non esistono medici di Medicina generale nei Distretti e negli Ospedali, ma solo specialisti, ambulatoriali o strutturati ospedalieri, a quale specialista si dovrebbe rivolgere il tapino che è stato attinto ad esempio da una ipertermia della durata di un paio di giorni ? E mettiamo il caso che un indovino, oppure il portinaio, ovvero ancora un avventore di uno dei tanti Bar dello Sport presenti in Italia abbia suggerito lo specialista idoneo, esisterà un percorso privilegiato che gli faccia “ saltare “ la lista di attesa oppure il certificato sarübr /> consegnato dopo uno-due mesi nella migliore delle occasioni ?
     Il Paragrafo 3, poi, è un capolavoro di accanimento, del tipo “sei ammalato, peggio per te!“. Le fasce orarie di reperibilità del lavoratore ammalato vengono amplificate ( ore 8,00-13,00/14,00-20,00 di tutti i giorni, compresi i festivi o comunque non lavorativi ). Qualcuno spiega al ministro Brunetta che esiste anche chi vive solo ed ha bisogno, a meno che non sia in coma ( e quindi ricoverato ), di
poter andare ad acquistare cibo e/o farmaci?
     I Paragrafi 4 e 5 appaiono banali, anche se nelle intenzioni ed azioni di uno come Brunetta difficilmente c’è qualcosa che  non nasconda secondi fini. Mah, vedremo.
     Il festival si conclude con il  Paragrafo 6, nel quale si ribadisce quanto affermato nel primo. Non si cerca cioè di risparmiare sulla spesa pubblica per rinvenire fondi per le contrattazioni integrative,
bensì per punire tutta una categoria di lavoratori, indiscriminatamente.
     Le chiedo scusa per il tedio eventualmente arrecatoLe con questa mia mail, ma il Suo parere mi interessa moltissimo, anche perché  il partito nel quale Lei è stato eletto ( unica “opposizione“ seria rimasta) si dovrà confrontare con questa materia nel momento della conversione in legge del decreto Brunetta.
     Le porgo distinti saluti.
     M. D. S. – Napoli

     Non credo che il ministro Brunetta si proponga di distruggere il servizio pubblico, come Lei dice. Sembra, però, anche a me che queste disposizioni da Lei criticate siano davvero mal concepite, prima ancora che mal scritte sul piano tecnico e persino grammaticale. Con norme come queste il neo-ministro della Funzione Pubblica mira a dare una risposta immediata alla protesta diffusa contro i tassi di assenteismo anomali del settore pubblico, che costituiscono un problema reale; ma lo fa preoccupandosi più dell’effetto-annuncio che di una stabile e incisiva efficacia delle misure adottate; e non si accorge degli aspetti vessatori di queste misure, che Lei giustamente sottolinea. La realtà è che una azione incisiva contro l’assenteismo abusivo deve consistere, più e prima che in un rafforzamento dei controlli medici sul lavoratore assente, su di una efficace motivazione (e incentivazione) del lavoratore a essere presente e produttivo nel luogo di lavoro: rinvio in proposito al terzo capitolo del progetto elaborato per la Regione Lazio (Quattro scelte coraggiose per una svolta), interamente dedicato a questo tema. (p.i.)

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