RESTITUTION DAY, OVVERO: LA POLITICA CHE, PER DEMAGOGIA, NEGA SE STESSA

I DEPUTATI E SENATORI DEL M5S NON SI ACCORGONO CHE, RINUNCIANDO A METTERE A FRUTTO LE RISORSE POSTE A LORO DISPOSIZIONE DAL PARLAMENTO, RINUNCIANO A SVOLGERE GRAN PARTE DELLA PROPRIA FUNZIONE – A QUESTO PUNTO, PERCHÉ NON DELEGARE TUTTO AL CAPOGRUPPO E RINUNCIARE ANCHE ALLO STIPENDIO?

Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 256, 8 luglio 2013

Prendiamo il caso di un giornalista inviato in missione per un servizio a Parigi o a Berlino, cui venga offerto dal giornale – in aggiunta allo stipendio – il rimborso delle spese di vitto, taxi e altri costi che possono rendersi necessari per l’inchiesta. Immaginiamo che questo giornalista dica al direttore: “Grazie dello stipendio, ma i rimborsi spese non mi interessano”. “Perché mai?” gli risponderebbe il direttore. “Perché già l’albergo costa caro: meglio sfruttarlo bene restando in stanza tutto il giorno, mangiando un panino a pranzo e a cena; così risparmierò anche sul ristorante, sui taxi, e non sarò tentato di comprare i giornali locali”. “E il servizio per cui ti invio in missione?”. “Quello me lo faccio dettare dalla redazione, che può benissimo metterlo insieme utilizzando Google e i social networks; sono certo che non riuscirei fare di meglio”. A questo punto, probabilmente il direttore gli direbbe: “Se è così, risparmiamo anche il costo del viaggio e dell’albergo: missione annullata. E sai che ti dico? Visto che può far tutto la redazione, non mi serve un inviato: cercati un altro lavoro”.

Ora immaginiamo che al posto del direttore del giornale ci sia il popolo sovrano; al posto del giornalista un deputato o un senatore eletto dal popolo medesimo; e al posto della missione per un’inchiesta il lavoro parlamentare, che richiede una grande mobilità, la disponibilità di collaboratori, di strumenti di comunicazione, di siti internet, di esperti di social network, di incontri e convegni, di produrre testi e acquisirne, e di altro ancora. E immaginiamo che il parlamentare dica ai propri elettori: “Grazie dello stipendio, ma i rimborsi-spese non mi interessano; perché già così mi sembra che il Parlamento costi caro ai contribuenti: non mi sembra davvero il caso di spendere altri soldi per comunicare direttamente con la gente, rispondere alle centinaia di telefonate, alle richieste di incontri, ai messaggi che arrivano ogni giorno, far tutta quella fatica per preparare la partecipazione a trasmissioni televisive o radiofoniche, organizzare convegni, i quali a ben vedere per lo più lasciano il tempo che trovano. Per i miei interventi in Commissione e in Aula basta la velina che mi viene fornita dal partito, o direttamente dal Capo”. Non pensate che gli elettori, a questo punto, dovrebbero fare a questi parlamentari lo stesso discorso del direttore al giornalista inerte?

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