L’INTERVISTA AD ANDREA ROMANO SUI POSSIBILI RAPPORTI TRA SC E IL PD

L’ALLEANZA CON L’UDC È STATA SOLTANTO ELETTORALE – L’ITALIA HA BISOGNO DI FORZE AUTENTICAMENTE RIFORMATRICI, COM’È SCELTA CIVICA – CON UN PD RIFORMATO DA RENZI CI POTREMMO ALLEARE

Intervista al deputato di Scelta Civica Andrea Romano, a cura di Tommaso Labate, pubblicata sul Corriere della Sera del 25 giugno 2013

Andrea Romano, classe ’67, storico ed editorialista, un passato da ricercatore all’Istituto Gramsci, un presente da deputato di Scelta Civica. Vicino a Montezemolo, Romano lancia un ponte tra i montiani e Renzi.
Sì, se me lo chiede le rispondo che certo, Monti e Renzi potrebbero tranquillamente stare nella stessa ‘casa’. Ma la cosa più importante è che potrebbero convivere i rispettivi elettorati.

Se il Pd allargasse l’elezione del segretario anche ai non iscritti, lei si presenterebbe ai gazebo per votare Renzi?
A me delle regole del Pd interessa poco. La questione non è se entrare o meno in un gazebo. Il tema cruciale è capire se i democratici abbandoneranno definitivamente il progetto ormai fallito di un’alleanza con Sel e se allargheranno i loro attuali confini.

Renzi può riuscire in quest’impresa, secondo lei?
A Renzi non conviene affatto diventare il leader degli eredi delle tradizioni comunista e democristiana. Può soltanto diventare il federatore di forze riformatrici e anti-populiste.

Tra cui Scelta Civica?
A cominciare da Scelta Civica.

Segno che, al di là delle dichiarazioni ufficiali, a salvare il “matrimonio” tra voi e l’Udc di Casini non ci pensa più nessuno.
Quello è stato un matrimonio elettorale. Visto come sono andate le cose, era giusto che finisse presto. Come spero che finisca presto anche la convivenza tra noi di Scelta Civica e l’Udc negli stessi gruppi parlamentari.

Addirittura.
L’orientamento prevalente tra di noi era e rimane la ferma decisione di non trasformare Scelta Civica nell’ennesimo partitino moderato e di centro. La concorrenza all’Udc su questo fronte non ci interessa.

Una posizione abbastanza netta.
Non è di partitini moderati e di centro che ha bisogno adesso l’Italia. Servono forze riformatrici. E Scelta Civica lo è.

Monti ha sofferto per le accuse personali che gli sono state rivolte da alcuni centristi?
Monti era stato chiamato dalla politica italiana per riparare agli errori della politica stessa. La scelta di trasformarlo in un capro espiatorio, nel tempo, è diventata uno sport molto diffuso. Al quale, adesso, si sono appassionati anche alcuni esponenti dell’Udc, come Cesa e Cera.

Detto questo, tra di voi, ci sono diverse sensibilità. Il ministro Mario Mauro guarda al Pdl.
Sono d’accordo con lui quando dice che Scelta civica deve stare dentro una coalizione più vasta. Per Mauro l’approdo è il Ppe. Idea legittima, sia chiaro. Ma non possiamo dimenticare che il Ppe in Italia era e continuerà ad essere il berlusconismo. Scelta Civica può allearsi con Berlusconi? La risposta è no. Il nostro approdo naturale è con le forze liberal-democratiche e riformiste che in Europa si riconoscono nell’Alde.

Da qui, l’apertura di un varco verso Renzi.
Dopo il fallimento dell’alleanza tra Pd e Sel, Renzi è l’unico che ha la possibilità di allargare i confini di quel partito.

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