LE MISURE A SOSTEGNO DELLA VALORIZZAZIONE, MANUTENZIONE E ACCESSIBILITÀ GLOBALE DEL PATRIMONIO NATURALISTICO E AMBIENTALE
Ottava scheda contenente una delle nove priorità presentate da Scelta Civica al Governo Letta, 18 giugno 2013 – V. anche la sintesi delle nove schede
Il territorio italiano è cambiato radicalmente negli ultimi cinquant’anni. Alla fine degli anni Sessanta su una superficie totale di 30 milioni di ettari, 18 milioni erano destinati all’agricoltura. Nell’arco di poco più di quarant’anni la superficie agricola è scesa al di sotto di 13 milioni di ettari, una superficie pari a pari a Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna messe insieme. Una delle cause principali di tale contrazione è costituita dalla cementificazione, che colpisce in particolare le aree agricole più vocate della pianura.
Ogni giorno in Italia il cemento divora 100 ettari di superficie agricola. Sono dati preoccupanti che rilevano un fenomeno estremamente dannoso. La cementificazione, infatti, è un processo che incide sul territorio, sul paesaggio e sugli ecosistemi in maniera irreversibile ed erode anche la sicurezza alimentare sottraendo all’agricoltura i terreni maggiormente produttivi. La gran parte della cementificazione ha, infatti, luogo nelle aree pianeggianti e facilmente accessibili. Tanto è vero che la Pianura Padana,
l’area agricola più vasta e produttiva della penisola italiana, è la zona maggiormente cementificata.
Di conseguenza, la perdita costante di superficie agricola comporta una riduzione della produzione che, a sua volta, impedisce al Paese di soddisfare completamente il fabbisogno alimentare nazionale aumentandone la dipendenza dall’estero.
Attualmente la nostra capacità di auto approvvigionamento alimentare è circa dell’80%.
Nel giro di pochi decenni il territorio italiano ha subito uno stravolgimento mai registrato nella Storia e le sue potenzialità ambientali, paesaggistiche e produttive sono purtroppo in parte già compromesse. Le generazioni future non avranno a disposizione quell’habitat integro che aveva consentito il modellarsi di uno dei più bei paesaggi del pianeta.
Per questo è necessaria una battaglia di civiltà in grado di contrastare il consumo di suolo e passare ad un nuovo modello di sviluppo incentrato sulla qualità della vita e dell’ambiente. L’edilizia e l’infrastrutturazione devono essere prioritariamente indirizzate verso il riuso di aree già cementificate.
Questa è la direzione che s’intende intraprendere con la Proposta di legge quadro in materia di valorizzazione delle aree agricole e
contenimento del consumo del suolo.
I punti salienti del disegno di legge:
1) Similmente a quanto previsto dalla legislazione tedesca, viene determinata, con il concorso delle Regioni, l’estensione massima di superficie agricola consumabile sul territorio nazionale, da ripartire a livello provinciale e comunale.
2) Si introduce il divieto di modificare, per 5 anni, la destinazione d’uso dei terreni agricoli che hanno usufruito di aiuti di Stato
o di aiuti comunitari legati all’agricoltura.
3) Viene incentivato il recupero del patrimonio edilizio rurale esistente allo scopo di scoraggiare l’attività di edificazione e costruzione di nuove linee urbane.
4) Si abroga la norma che consente ai Comuni di destinare gli oneri di urbanizzazione alla copertura delle spese correnti anziché alle opere di urbanizzazione (questa norma, che ha sostituito il vincolo precedentemente in vigore, costituisce uno stimolo oggettivo alla nuova urbanizzazione).
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