RIMETTERE IN MOVIMENTO IL MERCATO DEL LAVORO CON L’ABBATTIMENTO DEL CUNEO FISCALE E CONTRIBUTIVO E LA SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA – FAVORIRE L’INVECCHIAMENTO ATTIVO SOSTENENDO GLI ESODATI CON L’ASPI E NON CON IL PREPENSIONAMENTO
Quinta delle nove schede presentate da Scelta Civica al Governo Letta, 18 giugno 2013 – V. anche la sintesi delle nove schede
5.1. La proposta principale riguarda l’emanazione del Codice del Lavoro semplificato, che riduce l’intera nostra legislazione di fonte nazionale a 70 articoli semplici e facilmente traducibili in inglese.
Nell’immediato, per i nuovi rapporti di lavoro proponiamo una riduzione drastica del costo fiscale e contributivo per le imprese con:
1) l’azzeramento dell’incidenza del costo del lavoro nella determinazione dell’IRAP (in una prima fase la misura potrebbe essere limitata ai rapporti di lavoro “incrementali” rispetto all’organico aziendale a una certa data: v. il nostro d.d.l. n. S-555/2013);
2) aumento di 360 euro della detrazione IRPEF per i redditi di lavoro, che determini una riduzione della ritenuta fiscale proporzionalmente più elevata sui redditi più bassi;
3) per i rapporti di lavoro con soggetti di età inferiore ai 30 anni e per la regolarizzazione delle collaborazioni autonome continuative irregolari, riduzione della contribuzione previdenziale al 20%;
4) possibilità di sperimentazione (eventualmente limitata alle regolarizzazioni di collaborazioni autonome, e/o alle attività connesse con Expo 2015) di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato più flessibile, oltre che meno costoso per le misure indicate sopra, secondo quanto previsto nel nostro d.d.l. n. S-555/2015: proponiamo, in sostanza, che nel primo triennio sia sostanzialmente indifferente per l’impresa l’assunzione del lavoratore a termine o a tempo indeterminato, essendo predeterminato per entrambi i casi un identico costo di cessazione del rapporto, di modesta entità.
5.2. Active ageing e soluzione strutturale della questione “esodati”
Proponiamo tre misure che costituiscono oggetto del nostro d.d.l. n. S – 199/2013, presentato al Senato nel marzo scorso:
1) Forti incentivi economici (sgravi contributivi, sulla linea inaugurata con la legge n. 92/2012) e normativi (durata massimo del periodo di prova estesa a un anno) per l’assunzione dei 50 – 60enni;
2) maggiore flessibilità nella fase (62 – 67 anni) del passaggio dal lavoro alla pensione, con possibilità di combinare part-time con mezza pensione;
3) Per coloro che ciononostante rimangano senza lavoro e in attesa della pensione e che non rientrino fra i “salvaguardati”, non il prepensionamento, ma una estensione del nuovo trattamento di disoccupazione (ASpI).
5.3. Non si deve tornare indietro. In nessun caso il decreto-legge deve prevedere arretramenti in materia di età pensionabile rispetto alla riforma pensionistica del dicembre 2011, né rispetto alla riforma del mercato del lavoro (l. n. 92/2012) in materia di ammortizzatori sociali o di norme di contrasto all’abuso delle collaborazioni autonome continuative (si deve operare esclusivamente in direzione di un alleggerimento normativo e fiscale sul rapporto di lavoro dipendente).
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