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N. 249 – 20 maggio 2013

SETTE QUESTIONI CRUCIALI PER IL RILANCIO DI SCELTA CIVICA
È on line il testo del mio intervento all’Assemblea [1] di giovedì scorso, largamente condiviso negli interventi successivi. V. anche la proposta di delibera sottoscritta da 35 parlamentari di S.C. [2], recepita da Mario Monti nella sua relazione introduttiva. Lo stesso Monti è stato eletto presidente nel corso della seduta; le altre cariche verranno decise dall’Assemblea, riconvocata per giovedì prossimo.

PERCHÉ IL GOVERNO NON DEVE CONTINUARE CON LA CIG IN DEROGA
Leggi il mio editoriale telegrafico di oggi [3] e l’articolo di Riccardo Ruggieri sul [4]Foglio [4] di venerdì [4].

PER IL LAVORO GIOVANNINI APRE ALL’IDEA DELLA SPERIMENTAZIONE
Nel corso della sessione di giovedì mattina in Senato si è svolto un confronto non rituale tra le forze politiche e il nuovo ministro del Lavoro [5], il quale ha espresso interesse e consenso nei confronti della proposta di Scelta Civica, “per agganciare la ripresa”. Scarica il video di una mia intervista in proposito [6], svolta subito dopo il question time. Due giorni prima lo stesso ministro aveva esposto le proprie linee di azione alla Commissione Lavoro [7], soffermandosi in particolare sulla questione del monitoraggio delle politiche del lavoro e dell’accessibilità dei relativi dati.

Portale della Semplificazione e della Flexsecurity [8]

CHIAMPARINO SI CANDIDA A GUIDARE IL PD, ALL’INSEGNA DELLA FLEXSECURITY
Nell’intervista pubblicata da Repubblica venerdì [9] l’ex-sindaco di Torino propone una strategia lib-lab, con al centro “le proposte elaborate da Pietro Ichino in questi anni”.

ROMPERE L’INTESA TRA POLITICI MEDIOCRI E BUROCRATI ARROGANTI
La madre di tutte le riforme, quella delle amministrazioni, dovrebbe essere al centro del programma del Governo; invece continuiamo a considerare quello della Funzione pubblica come un ministero di serie B, se non di serie C. Leggi l’editoriale di Gianantonio Stella sul Corriere della Sera di venerdì [10].

       Trasparenza e Valutazione nelle p.a. [11]

“SE L’È ANDATA A CERCARE”
Perché Umberto, il figlio di Giorgio Ambrosoli, è uscito dall’aula consiliare lombarda quando è stato commemorato Giulio Andreotti: quest’ultimo è stato esplicitamente più vicino a Michele Sindona, mandante dell’assassinio, che alla vittima, impegnata a fare il suo dovere fino all’ultimo sapendo di rischiare per questo la vita. Leggi il corsivo di Massimo Gramellini sulla Stampa dell’8 maggio [12].

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