SETTE QUESTIONI CRUCIALI PER IL RILANCIO DI SCELTA CIVICA
È on line il testo del mio intervento all’Assemblea di giovedì scorso, largamente condiviso negli interventi successivi. V. anche la proposta di delibera sottoscritta da 35 parlamentari di S.C., recepita da Mario Monti nella sua relazione introduttiva. Lo stesso Monti è stato eletto presidente nel corso della seduta; le altre cariche verranno decise dall’Assemblea, riconvocata per giovedì prossimo.
PERCHÉ IL GOVERNO NON DEVE CONTINUARE CON LA CIG IN DEROGA
Leggi il mio editoriale telegrafico di oggi e l’articolo di Riccardo Ruggieri sul Foglio di venerdì.
PER IL LAVORO GIOVANNINI APRE ALL’IDEA DELLA SPERIMENTAZIONE
Nel corso della sessione di giovedì mattina in Senato si è svolto un confronto non rituale tra le forze politiche e il nuovo ministro del Lavoro, il quale ha espresso interesse e consenso nei confronti della proposta di Scelta Civica, “per agganciare la ripresa”. Scarica il video di una mia intervista in proposito, svolta subito dopo il question time. Due giorni prima lo stesso ministro aveva esposto le proprie linee di azione alla Commissione Lavoro, soffermandosi in particolare sulla questione del monitoraggio delle politiche del lavoro e dell’accessibilità dei relativi dati.
CHIAMPARINO SI CANDIDA A GUIDARE IL PD, ALL’INSEGNA DELLA FLEXSECURITY
Nell’intervista pubblicata da Repubblica venerdì l’ex-sindaco di Torino propone una strategia lib-lab, con al centro “le proposte elaborate da Pietro Ichino in questi anni”.
ROMPERE L’INTESA TRA POLITICI MEDIOCRI E BUROCRATI ARROGANTI
La madre di tutte le riforme, quella delle amministrazioni, dovrebbe essere al centro del programma del Governo; invece continuiamo a considerare quello della Funzione pubblica come un ministero di serie B, se non di serie C. Leggi l’editoriale di Gianantonio Stella sul Corriere della Sera di venerdì.
“SE L’È ANDATA A CERCARE”
Perché Umberto, il figlio di Giorgio Ambrosoli, è uscito dall’aula consiliare lombarda quando è stato commemorato Giulio Andreotti: quest’ultimo è stato esplicitamente più vicino a Michele Sindona, mandante dell’assassinio, che alla vittima, impegnata a fare il suo dovere fino all’ultimo sapendo di rischiare per questo la vita. Leggi il corsivo di Massimo Gramellini sulla Stampa dell’8 maggio.
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