QUANDO LA POLITICA SI IMBARBARISCE

COME PUÒ UN PARLAMENTARE DICHIARARE PREVENTIVAMENTE CHE  VOTERÀ A FAVORE DELL’ARRESTO DEL LEADER DEL PARTITO AVVERSO, PRIMA ANCORA CHE UN GIUDICE NE ABBIA CHIESTO AL PARLAMENTO L’AUTORIZZAZIONE E QUINDI PRIMA DI AVERNE ESAMINATO I MOTIVI?

Trafiletto di Mattia Feltri pubblicato sulla Stampa del 13 marzo 2013, con l’aggiunta al termine di una mia chiosa.
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Votereste per l’arresto di Berlusconi? Alla domanda il capogruppo al Senato del M5S, Vito Crimi, ha risposto: “Ovviamente sì”. E poi ha ripetuto: “È un’ovvietà, è normale”. Il problema, a noi era parso, è che Crimi voterebbe sì a prescindere, a qualsiasi richiesta, senza leggere le carte, sebbene sia preciso dovere di un parlamentare farlo. Non voterebbe sì per casi di corruzione, evasione fiscale, prostituzione; direbbe sì comunque, sulla fiducia, per la fama. Un arresto alla carriera.

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“È normale” arrestare il leader del partito avverso?? Dove vive, Vito Crimi, in una tribù primitiva nel cuore della giungla?
Ma il guaio peggiore è che la stessa cosa la ha detta, il giorno dopo, Maurizio Migliavacca, coordinatore organizzativo del Pd. Senza correzioni o smentite.
Il fatto gareggia, per gravità, con la “marcia” dei parlamentari del PdL sul Palazzo di Giustizia di Milano di lunedì scorso.  (p.i.)

 

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