QUESTO MODO DI ELEGGERE I VERTICI DEL PARLAMENTO CONDANNA ANCHE LA NUOVA LEGISLATURA ALL’INCONCLUDENZA, QUESTA VOLTA PROGRAMMATA (E QUINDI A MORTE PREMATURA): PER QUESTO SCELTA CIVICA HA INTESO RIMARCARE LA PROPRIA PREOCCUPAZIONE E IL PROPRIO DISSENSO CON IL VOTO DI ASTENSIONE
Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 241, 18 marzo 2013 (in nota il comunicato stampa di Scelta Civica) – Sul problema di un Paese nel quale le forze politiche maggiori non sanno superare le contrapposizioni per far fronte a un’emergenza v. anche il fondo di Sergio Romano sul Corriere della Sera del 13 marzo 2013: La sindrome dei Balcani: tutti contro tutti
Non è affatto vero che Bersani si sia mostrato avido di poltrone per i democratici. Al contrario, nei giorni scorsi il segretario del Pd non chiedeva altro che di poterle dare ad altri: ai grillini, ai montiani, agli indipendenti. A chiunque, purché non a quelli del PdL. Il problema è che in questa nuova legislatura le prime (e forse uniche) cose da fare – cioè la riforma elettorale e quelle mirate alla riduzione dei costi istituzionali della politica – devono necessariamente, per loro stessa natura, essere fatte insieme al PdL. Cosicché il rifiuto preliminare di qualsiasi possibile accordo con quel partito sull’assetto di vertice dei due rami del Parlamento priva la legislatura del suo unico oggetto di fatto possibile. E rischia di condannare il Paese al salto nel buio del voto anticipato a giugno, con la stessa vecchia legge elettorale che ha prodotto il risultato del voto di febbraio (beninteso, il risultato di un voto a giugno può essere anche molto peggiore). Questo è il solo – ma più che sufficiente – motivo della scheda bianca dei parlamentari di Scelta Civica (*): l’elezione di due pur degnissime persone come Pietro Grasso e Laura Boldrini, se accelera lo scivolamento verso lo scioglimento delle Camere, rischia di essere una presa in giro molto pericolosa per l’intero Paese.
(*) Questo il testo del comunicato-stampa col quale il coordinatore nazionale sabato ha motivato il voto in bianco anche nel ballottaggio finale per la Presidenza del Senato, come deciso all’unanimità dal gruppo: “Nella situazione politico-istituzionale che si è venuta a determinare, le forze che si riconoscono in Scelta civica ritengono che l’assetto di vertice delle istituzioni non può rispondere solo a logiche di parte. La drammatica situazione del Paese richiede con urgenza riforme molto impegnative; e anche sugli assetti istituzionali ci deve essere una convergenza ampia, che garantisca continuità alla legislatura. Per queste ragioni abbiamo deciso di votare scheda bianca anche al ballottaggio”.