GRAN PARTE DEGLI SPRECHI CHE SI PRODUCONO IN SENO AGLI ORGANI COSTITUZIONALI DELLO STATO POSSONO ESSERE ELIMINATI SENZA NECESSITÀ DI INTERVENTI LEGISLATIVI: L’ELEZIONE DI PRESIDENTI E QUESTORI DELLE DUE CAMERE DOVREBBE COSTITUIRE UN MOMENTO DI ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ SU QUESTO TERRENO
Editoriale per la Nwsl n. 240, 11 marzo 2013
Venerdì prossimo riaprono Camera e Senato, dove si costituiscono i gruppi parlamentari e si eleggono presidenti e vicepresidenti dei gruppi stessi e delle due assemblee. Seguirà a breve l’elezione dei questori, cui compete il governo interno dei due organi costituzionali. Sarebbe importante che i candidati a queste cariche si impegnassero per l’attuazione di un’agenda molto semplice e facile da attuare, volta all’individuazione – anche con il contributo del controllo civico – e all’eliminazione di gran parte degli sprechi che fin qui si sono prodotti nella gestione di queste strutture.
Trasparenza totale – È uno dei cardini non soltanto dell’Agenda Monti, ma di qualsiasi strategia seria per l’efficienza delle amministrazioni pubbliche. I due rami del Parlamento faranno bene ad adottare spontaneamente questo principio e ad applicarlo in modo incisivo e generalizzato: on line gli organici, il loro trattamento economico e normativo, tutti i rapporti di consulenza con indicazione analitica dell’oggetto della prestazione, tutti i mandati di pagamento con le relative motivazioni e i contratti di cui costituiscono attuazione, le strutture logistiche e i mezzi di servizio di cui dispone personalmente ciascun membro dell’ufficio di presidenza, ciascun questore, ciascun segretario d’Aula, e così via. Con grande fatica, alla fine dell’ultima legislatura il Senato ha introdotto questo principio nel regolamento dei propri gruppi con due emendamenti di cui sono stato estensore e primo firmatario; lo stesso principio andrà esteso all’intera amministrazione, in ogni sua piega. E altrettanto dovrà avvenire alla Camera.
Amministrazione dei gruppi – È necessario che anche alla Camera il regolamento dei gruppi sia integrato con emendamenti analoghi a quelli già approvati dal Senato in materia di trasparenza totale; e, soprattutto, che in entrambi i rami del Parlamento i nuovi uffici di presidenza si impegnino a darvi attuazione nel modo più rigoroso. Il gruppo Pd del Senato nel dicembre 2011 si è dato delle guidelines per il riassetto dei rapporti di lavoro, destinati a sciogliersi a ogni fine di legislatura, con la possibilità (non vincolata) di ricostituirsi mediante nuovi contratti a termine alla ripresa della legislatura successiva, anche in termini diversi rispetto al passato. Che si condividano queste linee-guida o no, è bene che ciascun gruppo proceda alla costituzione del proprio organico valutando attentamente le scelte da compiere e non lasciando sopravvivere per mera inerzia situazioni di disparità di trattamento ingiustificate, che talvolta sconfinano in situazioni di vera e propria inammissibile rendita personale.
Personale dei gruppi estinti – Come i frequentatori di questo sito ben sanno per averne io fatto oggetto di ripetute denunce pubbliche (v., in particolare, il mio intervento in Aula del 22 giugno 2011, seguito da un altro intervento sullo stesso tema del 3 agosto successivo), dal ’93 a oggi le presidenze di Camera e Senato hanno sistematicamente rinnovato in ogni legislatura una delibera che dispone l’assorbimento in soprannumero dei dipendenti dei gruppi estinti da parte degli altri gruppi, con erogazione di ingenti contributi aggiuntivi (in Senato: dal minimo di 75.000 al massimo di 150.000 euro, secondo l’anzianità di servizio) per la copertura dei relativi costi retributivi e contributivi. Le stesse delibere hanno sempre previsto che i dipendenti dei gruppi estinti dei quali nessun altro gruppo decidesse la riassunzione venissero assegnati d’autorità al gruppo misto. Questo assurdo privilegio per i dipendenti dei gruppi (che sono sostanzialmente dipendenti dei rispettivi partiti) non ha alcuna ragion d’essere: quello di cui sono titolari è un rapporto di lavoro di natura privatistica, in tutto e per tutto equiparabile a quello degli altri dipendenti dei partiti. Se il reparto di una qualsiasi azienda chiude, questa ne riassorbe gli addetti, o procede a risolvere i loro rapporti di lavoro; perché lo stesso non dovrebbe valere per i partiti?
Anagrafe reddituale e patrimoniale degli eletti (on line)
Per superare le resistenze fortissime all’attuazione di questo strumento essenziale di trasparenza, fin dall’inizio della passata legislatura ho presentato (insieme a numerosi senatori democratici) il disegno di legge n. 1290/2008, che la maggioranza ha bloccato in Commissione Affari Costituzionali. Ma la pubblicazione on line di redditi e patrimoni, che ciascun parlamentare è comunque tenuto a comunicare alla Presidenza della rispettiva Camera, potrebbe avvenire anche a legislazione invariata: è infatti già prevista esplicitamente per legge l’accessibilità da parte di chiunque di questi dati.