TRA GLI ELETTORI E I CANDIDATI DELLE LISTE “CON MONTI PER L’ITALIA” CI SONO MOLTE PERSONE CHE SU QUESTA MATERIA LA PENSANO PIÙ O MENO COME ME, MA I TEMPI DELLA CAMPAGNA ELETTORALE NON HANNO ANCORA CONSENTITO L’ELABORAZIONE DI UNA LINEA COMUNE
Lettera pervenuta il 18 febbraio 2012 – Segue la mia risposta – Sul tema specifico delle adozioni e affidi familiari da parte di coppie omosessuali v. un’altra lettera quasi contemporanea a questa, anch’essa seguita dalla mia risposta
Caro Pietro Ichino, ho l’età di sua figlia Giulia – ingiustamente assurta alle cronache nazionali nei giorni passati – e con lei condivido la “fortuna” di essere una lavoratrice dipendente: lavoro come ufficio stampa in una grande azienda emiliana. Godo quindi di tanti diritti che vorrei veder estesi a tutti i miei coetanei, ma ce n’è uno, invece, di cui sono privata in modo insensato e ingiusto. Sono omosessuale, ho una compagna che amo e con cui condivido un progetto di vita da ormai otto anni: vorrei poterla sposare, vorrei poter accedere all’iter della fecondazione eterologa per concepire un figlio con lei senza dover andare all’estero, come molte di noi fanno. Vorrei che tutte le bellissime cose che nella pagina del suo sito l’Agenda Monti promette per “famiglie” riguardassero anche noi: tutti noi che ci amiamo, con libertà, passione e discrezione, e che forti del nostro coraggio vorremmo partecipare alla costruzione di un’Italia “allineata ai migliori standard europei” anche su questo fronte.
Non crede che la maggiore risorsa di un Paese civile sia la diversità – anziché l’omologazione – dei suoi cittadini? Non crede che anche sui temi etici e civili un partito laico ed europeista debba ragionare in termini di… flexsecurity?
Il mio voto dipende dalla sua risposta. Ho bisogno di sapere che qualcuno rappresenterà al Senato anche i miei diritti.
Con fiducia,
Maya D.
Cara Maya, quel qualcuno ci sarà. Per quel che mi riguarda, conosco personalmente alcune coppie omosessuali come la tua, capaci di dare vita a un nucleo familiare solido e sorretto da amore vero: sono ben convinto che ad esse è dovuto rispetto e parità di trattamento, innanzitutto da parte dello Stato. Aggiungo che tra gli elettori e i candidati della formazione politica che sta nascendo intorno alle liste “Con Monti per l’Italia” ci sono moltissime persone, credenti e non credenti, come Irene Tinagli, Andrea Romano, Stefania Giannini, o Benedetto Della Vedova, che su questi temi la pensano più o meno come me, nonostante la diversità dei rispettivi percorsi politici e radici culturali. Altri parlamentari che saranno eletti nelle liste “Con Monti per l’Italia”, certo, su questi stessi temi hanno idee diverse. È più o meno la stessa divisione che si registra in seno alle altre coalizioni maggiori, a destra come a sinistra. Questa nostra nuova formazione politica è nata meno di due mesi or sono, nel fuoco di una campagna elettorale che era già di fatto incominciata: non è stato davvero possibile un confronto approfondito al suo interno su questi temi. Vale dunque in proposito quanto Mario Monti ha detto in diverse occasioni, quando è stato interrogato sul punto: “ci daremo una linea d’azione su questa materia; su tutto ciò su cui non troveremo una linea condivisa da tutti, varrà comunque il principio della libertà di coscienza”. La stessa cosa accade in tutte le altre formazioni maggiori, perché i dissensi su questa materia interessano trasversalmente anche il PD e l’asse PdL-Lega. Un mio primo contributo alla maturazione di una linea condivisa da tutti i futuri dirigenti e rappresentanti della nuova formazione politica è on line su questo sito dal 7 gennaio scorso: Sui diritti e la dignità della persona incominciamo ad applicare il diritto europeo. Penso che in Italia si possa e debba fare di più di quanto il diritto europeo ci propone e in qualche misura impone; ma che già il rispetto di questi principi e regole sarebbe comunque un passo avanti importante sul piano civile, culturale e sociale. (p.i.)
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