LA BEFFA PER I DOCENTI CHE VALGONO

È ALLO STUDIO AL MINISTERO DELL’ISTRUZIONE UN DECRETO CHE PRIVILEGIA L’ANZIANITÀ RISPETTO AL MERITO PER IL RECLUTAMENTO NELLA SCUOLA – UN INTERVENTO PERCHÉ ESSO VENGA BLOCCATO

Articolo di Andrea Ichino pubblicato sul Corriere della Sera del 7 febbraio 2013

“Una società aperta è una società in cui tutte le posizioni sono contendibili e non acquisite per sempre.Vuol dire aprire spazi a chi ha più voglia di fare o a chi ha idee nuove, senza corsie preferenziali o rendite di posizione, senza privilegi.” Così si legge nell’Agenda del Presidente Monti, ma il suo Ministro Profumo fa l’esatto contrario.
Mentre molti laureati, soprattutto giovani, si sono impegnati duramente per superare tutte le prove di accesso al Tirocinio Formativo Attivo (TFA) che costituisce il nuovo canale a numero programmato per selezionare chi merita l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie, il Ministro Profumo, con un decreto che modifica il precedente DM 249/2010, ha stabilito che saranno attivati fino all’anno accademico 2014-2015 anche “percorsi formativi abilitanti speciali” ( TFA speciali), che aprono l’accesso indiscriminato a tutte le scuole di ogni ordine e grado per decine di migliaia di persone non abilitate. Queste non dovranno sottoporsi a nessuna preselezione e selezione in ingresso,  dovendo solo dimostrare il “merito” costituito da un’anzianità di servizio di almeno tre anni, conseguita mediante contratti a tempo determinato in scuole statali,  paritarie o nei centri di formazione professionale tra il 1999 e il 2012.
Non importa che cosa abbiano fatto in questi tre anni di supplenze, se abbiano insegnato bene o male, se conoscano la loro materia, se abbiano passione per l’insegnamento o se lo abbiano scelto per puro ripiego. Conta solo il fatto che si siano adattati ad attendere la sanatoria sempre garantita in un Paese in cui ad ogni regola corrisponde ineludibilmente la sua deroga. Quel che è paradossale, in questo nuovo decreto, è che  l’anzianità di servizio era già stata ampiamente riconosciuta e valorizzata dal precedente con cui erano stati istituiti i TFA ordinari. E infatti, molti docenti non abilitati con anzianità di servizio hanno svolto, nello scorso autunno, le prove del TFA ordinario e le hanno superate. Quindi anche loro, come i giovani che hanno potuto solo tentare la strada normale, sono oggi beffati da chi è stato bocciato in autunno o ha  accuratamente evitato il rischio di una bocciatura. Né va dimenticato che questi stessi “anziani” hanno avuto molte altre occasioni, dal 1999 in poi, per abilitarsi o per entrare nelle Ssis (Scuole di Specializzazione all’Insegnamento Secondario). Ma o non  hanno superato le prove o non  hanno colto tali opportunità, preferendo attendere la “corsia preferenziale” che valorizzava il loro mero invecchiamento anagrafico.
Ieri la Commissione Cultura della Camera dei Deputati ha dato parere favorevole al Decreto del Ministro Profumo e quindi la scuola italiana sarà invasa da questi docenti non selezionati che bloccheranno gli ingressi per molti anni a venire, invecchiando ulteriormente una classe docente che nel panorama internazionale vanta il primato dell’anzianità. Ci sono forse tra loro anche dei buoni insegnanti, ma la scelta ministeriale di non fare selezione tra di essi lascia pensare che molti di loro non abbiano la preparazione sufficiente per insegnare alle giovani generazioni.  È forse questo il modo per creare quel capitale umano di cui il Paese ha bisogno per tornare a crescere? E il danno maggiore lo subiranno gli studenti poveri: i ricchi un’alternativa fatta in casa, per supplire ai docenti incapaci, la troveranno sempre.
Perché in Italia il diritto acquisito per anzianità deve sempre prevalere sulle capacità?  Questo é il quesito fondamentale che dobbiamo porci: se non ci decidiamo a rispondere in modo diverso dal solito, il Paese non potrà tornare a crescere. Le persone contano più delle architetture istituzionali e per questo è cruciale sceglierle bene. È sbagliato rottamare gli anziani solo perché anziani, ma altrettanto sbagliato è pensare che l’anzianità debba da sola dare diritti di precedenza. Il Paese ha bisogno di premiare la qualità, non l’anzianità di servizio. Ha bisogno di competizioni aperte a tutti, vecchi e giovani, non di tutelare chi ha l’unico merito di aver messo un piede tra lo stipite e la porta, aspettando di poter passare in qualche modo.ai candidati alle elezioni, e sopratutto dal Professor Monti, vorremmo essere esplicitamente rassicurati sul fatto che, in futuro, non vedremo più decreti come quello del Ministro Profumo.

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