“NON SI TRATTA/ DI RAPPRESAGLIA O RANCORE./ MA D’INFLESSIBILE MEMORIA”: PERCHÉ NON ACCADA MAI PIÙ
(Vittorio Sereni, Gli strumenti umani, “Dall’Olanda”)
Nel Giorno della Memoria della Shoah, 27 gennaio 2013: per ricordare, con Primo Levi (1919-1987), Ad ora incerta, Garzanti, 1984
Alzarsi
Sognavamo nelle notti feroci
Sogni densi e violenti
Sognati con anima e corpo:
Tornare; Mangiare; Raccontare.
Finché suonava breve sommesso
Il comando dell’alba:
“Wstawać”:
E si spezzava in petto il cuore.
Ora abbiamo ritrovato la casa,
Il nostro ventre è sazio,
Abbiamo finito di raccontare.
È tempo. Presto udremo ancora
Il comando straniero:
“Wstawać”.
11 gennaio 1946
* * *
Il superstite
Since then, at an uncertain hour,
Dopo di allora, ad ora incerta,
Quella pena ritorna,
E se non trova chi lo ascolti
Gli brucia in petto il cuore.
Rivede i visi dei suoi compagni
Lividi nella prima luce,
Grigi di polvere di cemento,
Indistinti per nebbia,
Tinti di morte nei sonni inquieti:
A notte menano le mascelle
Sotto la mora greve dei sogni
Masticando una rapa che non c’è.
“Indietro, via di qui, gente sommersa,
Andate. Non ho soppiantato nessuno,
Non ho usurpato il pane di nessuno,
Nessuno è morto in vece mia. Nessuno.
Ritornate alla vostra nebbia.
Non è mia colpa se vivo e respiro
E mangio e bevo e dormo e vesto panni.”
4 febbraio 1984
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