LE MISURE STRAORDINARIE PER L’OCCUPAZIONE GIOVANILE, FEMMINILE E DEGLI ULTRACINQUANTENNI, ELABORATE PER L’INTEGRAZIONE DELL’AGENDA MONTI
Scheda provvisoria sulle iniziative di politica del lavoro – 18 gennaio 2013
.Piano straordinario per l’occupazione giovanile – Incentivi fiscali e contributivi all’assunzione degli under 30; a ciascun giovane disoccupato devono essere offerti entro tre mesi servizi di orientamento scolastico e professionale, e/o di formazione specificamente mirata ai posti di lavoro scoperti per mancanza di manodopera con qualifica adatta.
Azione positiva per l’occupazione femminile – Portare la percentuale di donne nel mercato del lavoro dal 46 al 60 per cento, con detassazione selettiva dei redditi di lavoro femminili e politiche volte all’espansione dei servizi all’infanzia e alla famiglia.
Invecchiamento attivo – Incentivazione economica e normativa del lavoro degli ultracinquantenni; estensione dell’assicurazione ASpI ai sessantenni esodati non salvaguardati, che nonostante gli incentivi al reinserimento nel tessuto produttivo restino senza lavoro e senza pensione.
Attrazione degli investimenti esteri – Attraverso la semplificazione burocratica e fiscale e il nuovo Codice del lavoro semplificato, pubblicato anche in inglese.
Sperimentazione – Accordi-quadro regionali potranno consentire per le nuove assunzioni un rapporto di lavoro a tempo indeterminato molto flessibile e con più basso costo previdenziale e fiscale; la sicurezza economica e professionale del lavoratore licenziato con più di due anni di servizio sarà garantita da un servizio di outplacement, finanziato per tre quarti da Regione e Fondo Sociale Europeo, combinato con un trattamento di disoccupazione in parte pubblico, in parte a carico dell’impresa, fino a un massimo di due anni: più rapidamente si ricolloca il lavoratore, meno l’operazione costa.
Integrazione e attuazione della legge Fornero – La sperimentazione di cui al punto precedente potrà essere utilizzata dalle imprese per assorbire le false collaborazioni autonome (rese non più praticabili dalla nuova legge) senza shock di costi e rigidità; essa inoltre consentirà di mettere a punto il nuovo modello di servizi di assistenza intensiva al lavoratore nel mercato del lavoro, coniugato con un sostegno del reddito di livello nord-europeo, fondato in parte sull’assicurazione universale (ASpI), in parte su di un modello di workfare aziendale.
NOTA TECNICA SUL FINANZIAMENTO DELLA SPERIMENTAZIONE
Oggi, sulla base del nuovo articolo 18 (modificato dalla legge Fornero), l’impresa che licenzia per un motivo economico-organizzativo, salvo che sia in situazione fallimentare, finisce sempre per pagare al lavoratore un indennizzo tra le 12 e le 24 mensilità dell’ultima retribuzione, o in sede transattiva, o per condanna da parte del giudice, quando il motivo non viene ritenuto sufficiente. Il modello che intendiamo sperimentare prevede invece a carico dell’impresa che licenzia per motivo economico-organizzativo questi costi (mediamente inferiori rispetto a quelli previsti dalla legge Fornero):
. – una indennità di licenziamento, pari a una mensilità per anno di anzianità di servizio del lavoratore;
inoltre, per il lavoratore che abbia almeno due anni di anzianità di servizio in azienda:
. – un trattamento complementare di disoccupazione che, sommato al trattamento generale ASpI (che copre da 12 a 18 mesi), porterà il sostegno del reddito all’80% dell’ultima retribuzione per il primo anno, digradando fino al 60% nel secondo anno; ogni due mesi di anzianità di servizio oltre il secondo anno faranno maturare un mese di trattamento complementare; il risultato è che, per il lavoratore licenziato con sei anni di anzianità di servizio, se lo stato di disoccupazione si protrae per l’intero biennio, l’impresa ha un costo pari a circa due terzi della retribuzione annua lorda;
. – un servizio di outplacement, svolto da agenzia scelta dall’impresa, di cui la Regione rimborserà quattro quinti del costo standard di mercato (utilizzando i contributi del Fondo Sociale Europeo, che oggi l’Italia utilizza soltanto per il 40%, per mancanza di progetti finanziabili): più rapido sarà il ricollocamento del lavoratore, minore sarà il costo per l’impresa del trattamento complementare di disoccupazione.
In questo modo, senza costi aggiuntivi per l’Erario statale e con un costo per l’impresa inferiore a quello che essa oggi affronta per la cessazione di un rapporto di lavoro, si ottiene l’attivazione per il lavoratore di una garanzia sostanzialmente allineata agli standard scandinavi: buoni servizi di assistenza intensiva nella ricerca della nuova occupazione e sostegno del reddito per due anni.
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