RISPOSTA A EUGENIO SCALFARI

AL DIRETTORE DI REPUBBLICA, CHE MI ACCUSA DI SCORRETTEZZA VERSO IL PD PER AVER ACCETTATO LA CANDIDATURA OFFERTAMI DA MARIO MONTI, REPLICO CHE LA MIA SCELTA NASCE ESCLUSIVAMENTE DALLA VOLONTA’ DI MANTENERE L’IMPEGNO PRESO CON GLI ELETTORI
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Lettera pubblicata da la Repubblica il 7 gennaio 2013
A Eugenio Scalfari, che nel suo editoriale di oggi [6 gennaio] mi accusa di aver mancato alla parola data, accettando la candidatura nella lista Monti, rispondo che l’unico impegno da me assunto nel novembre scorso, partecipando alle primarie del Centrosinistra, è consistito nella sottoscrizione, all’atto del voto, della Carta di Intenti. Proprio quella Carta era nata come promessa del Centrosinistra al Paese di fedeltà agli impegni europei assunti dall’Italia; ma il giorno dopo la chiusura delle urne abbiamo sentito Nichi Vendola affermare che essa è invece “la pietra tombale” su quegli impegni. E non abbiamo sentito il Segretario del Pd protestare per questo, richiamando l’“alleato principale” agli impegni originari; mentre abbiamo sentito semmai toni analoghi a quelli di Vendola da parte del responsabile nazionale per l’Economia del Pd. Allora, di quale “parola data” stiamo parlando? La verità è che quella Carta era viziata da un’ambiguità di fondo, che ho denunciato fin dall’inizio pubblicamente; e che tuttora mina la credibilità della coalizione di centrosinistra sul tema decisivo per le sorti del nostro Paese. Se il 23 dicembre scorso ho accettato l’invito di Monti a collaborare alla nuova formazione politica che intorno a lui sta nascendo è proprio per uscire da quell’ambiguità; e per non espormi al rischio di dover domani, per disciplina di partito, disattendere o adempiere in modo imperfetto l’impegno assunto con gli elettori sulla strategia europea dell’Italia.
Pietro Ichino
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