UN GIACIMENTO OCCUPAZIONALE SPRECATO: GLI SKILL SHORTAGES

MEZZO MILIONE DI POSTI DI LAVORO RESTANO PERMANENTEMENTE SCOPERTI PER L’INCAPACITÀ DELLE IMPRESE DI TROVARE LAVORATORI CON LE CAPACITÀ PROFESSIONALI NECESSARIE

Dichiarazione raccolta da Emanuela Zoncu, pubblicata sull’Unione Sarda il 24 dicembre 2012

Con il termine skill shortage si indica la situazione nella quale un’azienda cerca una persona dotata di determinate capacità professionali senza trovarla, col risultato che la posizione di lavoro resta vacante per un tempo rilevante. Un censimento degli skill shortages in Italia svolto da Unioncamere l’anno scorso individuava oltre centomila casi su scala nazionale; ma rilevazioni effettuate in singole regioni forniscono dati in proporzione molto più elevati: per esempio, si parla di 45.000 skill shortages nel solo Veneto, e di 80.000 in Lombardia. Gli studiosi della materia spiegano la differenza tra i due dati osservando che, così come il censimento dei disoccupati non tiene conto dei lavoratori che non cercano più un’occupazione perché scoraggiati circa la possibilità di trovarla, allo stesso modo molti imprenditori si astengono dal fare inserzioni sui giornali o incaricare agenzie di ricerca e selezione del personale, perché prevedono l’inutilità della ricerca. Si tratta dunque di un enorme “giacimento occupazionale” che oggi noi sprechiamo. Se i servizi all’incontro fra domanda e offerta di lavoro, e in particolare quelli di ricerca intensiva e quelli di formazione professionale mirata agli sbocchi occupazionali effettivamente esistenti funzionassero meglio, potremmo attivare mezzo milione di rapporti di lavoro che invece oggi restano allo stato di possibilità.

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