CRONACA E MOTIVI DI UNA DECISIONE NON FACILE

PARTECIPARE ALLA CAMPAGNA ELETTORALE COME CANDIDATO MI COSTRINGEREBBE A NEGARE LA ATTUALE AMBIGUITÀ DI FONDO IRRISOLTA NELLA LINEA DEL PD SULLA QUESTIONE FONDAMENTALE DELLA STRATEGIA EUROPEA  DELL’ITALIA PER USCIRE DALLA CRISI

21 dicembre 2012

I frequentatori di questo sito sanno che sono stato da mesi molto incerto se ripresentare la mia candidatura alle prossime elezioni. A farmi desiderare il ritorno al privato – confesso – è anche la prospettiva di una vita più tranquilla e meno faticosa, con più tempo per tante cose belle e buone che ho lungamente trascurato. Ma a spingermi verso questa scelta hanno concorso e concorrono soprattutto alcuni difetti gravi di chiarezza – una vera e propria ambiguità su di un punto cruciale – che vedo nella linea seguita oggi dal vertice del Pd e l’imbarazzo in cui mi troverei, domani, nel fuoco della campagna elettorale, se questa ambiguità non venisse superata. Alle ultime elezioni, nella primavera del 2008, ero stato chiamato da Veltroni proprio per portare nel Pd le mie idee e proposte: non avevo dunque nessun problema nell’esporle senza riserve o reticenze. Ora, invece, la campagna elettorale mi costringerebbe a negare l’ambiguità di fondo nella linea del partito sulla questione fondamentale della strategia europea dell’Italia per uscire dalla crisi, più volte denunciata ma a tutt’oggi non risolta.
Vero è che la battaglia condotta in questi quattro anni e mezzo insieme a tanti altri parlamentari e militanti democratici, culminata nella campagna per Matteo Renzi alle primarie di novembre, ha prodotto dei risultati molto importanti, che ora richiederebbero di essere consolidati e non dispersi. Proprio per questo, parlando con lo stesso Renzi, domenica scorsa, gli ho detto che avrei preferito di gran lunga arrivare alla candidatura al Parlamento attraverso il voto degli elettori nelle primarie dei candidati, piuttosto che attraverso la lista dei “garantiti” dalla Direzione del partito; lo stesso Renzi ne ha dato notizia nella sua Newsletter di lunedì, a seguito della quale ho ricevuto molte manifestazioni di  apprezzamento e sostegno.  Ma i miei dubbi non si sono risolti; e li ho espressi in questa mia intervista sul Corriere della Sera, nella quale ho manifestato il mio intendimento di rinunciare alla candidatura permanendo l’attuale non chiarezza nella linea del Pd sulla questione di fondo. Qualcuno mi ha fatto osservare giustamente che una volta candidato alle primarie, e magari risultato tra i vincitori, non sarebbe stato corretto verso i miei elettori rinunciare alla candidatura alle elezioni. Poiché il termine per la presentazione delle candidature scadeva proprio oggi alle 20, ho dunque scritto al segretario regionale per informarlo della mia rinuncia.
Sono consapevole di dare, in questo modo, una delusione a molti miei sostenitori e ne chiedo loro scusa: anche per me questo è causa di sofferenza. Ma spero che essi comprendano le mie ragioni.

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