CONTRO IL TRAFORO DELLA TAMBURA

LA PRESA DI POSIZIONE DI CINQUE SENATORI DEMOCRATICI CONTRO UN PROGETTO PRIVO DI SENSO SUL PIANO ECONOMICO E GRAVEMENTE DANNOSO PER IL PARCO DELLE APUANE

Interrogazione presentata alla Presidenza del Senato il 19 dicembre 2012


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INTERRROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
al Ministro dell’Ambiente e al Ministro delle Attività produttive e dello Sviluppo
dei senatori ICHINO, GRANAIOLA, MARCUCCI, DELLA SETA, FERRANTE

per sapere,

premesso che
–  l’Anas ha predisposto nei mesi scorsi uno studio di fattibilità, che ha già trasmesso al CIPE, per la costruzione di un collegamento stradale tra la Strada Regionale n. 445 , in particolare  il paese di Vagli in Garfagnana, e la città di Carrara, attraverso un traforo principale ipotizzato sotto il Monte Tambura;
–  tale progetto si colloca all’interno del Parco Regionale delle Alpi Apuane e interessa siti protetti dalla normativa europea, italiana e regionale (intercetta SIC , SIR e ZPS); tra l’altro, recentemente, al Parco è stata riconosciuta la qualifica di Geosito da parte dell’Unesco, ignorata dalla documentazione predisposta dall’Anas;
–  i percorsi ipotizzati (al momento sono state presentate tre varianti) attraversano  una zona carsica tra le più importanti, e al tempo stesso delicate, dell’intero territorio nazionale, mettendo perciò  a repentaglio anche il bacino idrico più importante dell’intera Regione Toscana: la sorgente del Frigido a Forno ha una portata media di 1.500 metri al secondo;
– l’area ospita un ecosistema ipogeo di importanza mondiale (con sei abissi superiori ai 1.000 metri di profondità, dei quali il Roversi -1350 metri – è  il più profondo di Italia) con  pozzi, fiumi e laghi sotterranei in gran parte inesplorati, fino ad oggi topografati per circa 50 km di sviluppo (vedi il catasto delle grotte della Regione Toscana, curato dalla Federazione Speleologica, che ha censito 150 cavità);
– in base a questi dati e soprattutto al fatto che non siamo in grado di ipotizzare  che cosa esiste all’interno delle montagne destinate a essere attraversate dalla strada si paventa la distruzione di un patrimonio ambientale inestimabile;
– le opere previste, sia i viadotti (alti fino a 150 metri), sia le gallerie, si collocano in  aree del territorio del comune di Massa (la cui amministrazione  ha già espresso parere negativo) che risultano essere, dalla carta regionale dei rischi geomorfologici allegata al progetto, zone “ad alto rischio”; la stessa relazione preliminare di VIA predisposta da Anas  suggerisce di “mettere in sicurezza il territorio” prima di procedere, dal momento che le opere metterebbero a forte rischio i versanti interessati;
– dal piano economico allegato al progetto Anas, contrariamente a quanto è stato annunciato a mezzo stampa, risulta che il il finanziamento progettato sarebbe sufficiente a garantire l’equilibrio economico per meno della metà del progetto e che il contributo pubblico necessario dovrebbe essere, sia in forma cash che in compensazioni su imposte, pari a 310 milioni di euro;
– l’autofinanziamente del progetto si fonda anche sulla riapertura di 10 cave a Vagli e ben 22 a Carrara con un evidente sovraccarico di attività estrattiva in un’area protetta;
– l’opera appare peraltro finalizzata alla sola attività estrattiva, senza ricadute positive per la popolazione dei territori interessati, che potrebbe viceversa avere dei vantaggi assai rilevanti dalla valorizzazione e dal potenziamento della linea ferrovia Lucca-Aulla;

se il Governo non ritenga che debba essere esclusa l’opportunità o comunque la priorità di questa iniziativa rispetto ad altri investimenti in opere infrastrutturali assai meno dannose per l’ambiente e più utili per lo sviluppo del Paese, quali opere di riassetto geomorfologico del territorio alla luce anche dei recenti eventi alluvionali che hanno interessato la provincia di Massa Carrara e l’alta Garfagnana,  e il potenziamento delle infrastrutture ferroviarie.

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