BERSANI E IL MEMORANDUM

ASSUMERE FIN D’ORA GLI IMPEGNI CHE L’EUROPA CONSIDERA ESSENZIALI NON INDEBOLIREBBE IL CENTROSINISTRA, ANZI LO RAFFORZEREBBE

Intervista a cura di Pietro Perone, pubblicata dal quotidiano Il Mattino, 15 dicembre 2012

C’è chi sostiene, come gran parte dei leader europei, che Monti debba rimanere a Palazzo Chigi per non disperdere i risultati del lavoro compiuto: è l’unica strada per garantire la stabilità dell’Italia?
Sarebbe davvero l’unica strada, se il Pd mantenesse la posizione attuale, assai poco lineare.

In che senso poco lineare?
Il responsabile nazionale per l’Economia del Pd Stefano Fassina sostiene che gli accordi europei del 2010 sono una iattura, che la strategia europea disegnata per l’Italia da Mario Monti è la causa della crisi che stiamo attraversando e va abbandonata al più presto. E nessuno al vertice del Pd lo smentisce in modo chiaro e diretto. Nichi Vendola dice che la “Carta d’intenti” del centrosinistra costituisce la pietra tombale dell’Agenda Monti; e nessuno al vertice del Pd chiarisce quale debba essere invece l’interpretazione corretta di quel documento programmatico.

Lei propone che tutte le forse politiche convinte di questa strategia europea sottoscrivano la un “memorandum” contenente impegni precisi in questo senso. A prescindere da chi sarà il premier?�
Sì: deve essere un impegno che ciascuno assume sia per il caso che nella prossima legislatura si trovi al governo, sia per il caso che si trovi all’opposizione. Ed è importante che tutte le forze politiche che ci credono prendano questo impegno fin da ora, per rassicurare i nostri creditori, senza aspettare di esservi costrette nel fuoco di una crisi.

Ma la strada si prospetta in salita per Bersani: il suo alleato, Vendola, rifiuta l’agenda Monti e la Cgil la combatte nelle piazze: il centrosinistra rischia di esplodere.
Se Bersani parlasse chiaro su questo punto, e non consentisse più al suo responsabile nazionale per l’Economia di dire il contrario, il centrosinistra non esploderebbe affatto: anzi, si rafforzerebbe molto e guadagnerebbe credibilità sul piano internazionale.

Se però Monti fosse in campo, anche se indirettamente, non  sarebbe singolare sostenere una campagna elettorale a favore dell’agenda del premier e non appoggiarlo nella corsa al governo-bis?�
Al contrario, è questo l’unico modo in cui Bersani può candidarsi a sostituire Monti nel ruolo di premier. Se non lo fa, rischia di capottare a un passo dal traguardo.

Renzi sembra intanto tornato a fare il sindaco a tempo pieno; non si rischia di disperdere il patrimonio di idee e proposte costruito durante le primarie anche grazie al suo contributo?
Il rischio c’è. Ma io spero che venga evitato. Proprio questa settimana ho dedicato un editoriale sul mio sito ad alcune indicazioni operative sul come fare per evitarlo.

Il Pd  va alle primarie anche per la scelta dei candidati da inserire in lista: lei farà parte della gara?�
Non ho ancora deciso. Dipende anche dalla linea che adotterà Bersani nei prossimi giorni e dalle decisioni della Direzione del Pd che si svolgerà lunedì prossimo.

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