LA SCELTA DI BERSANI

IL CANDIDATO LEADER È A UN BIVIO: O DIFENDE, CON MONTI, IN MODO MOLTO CHIARO LA STRATEGIA EUROPEA DELL’ITALIA, O RISCHIA DI FARE CONCORRENZA A BERLUSCONI E A GRILLO SUL TERRENO DELLA DEMAGOGIA
Editoriale telegrafico per la Nwsl n. 227, 10 dicembre 2012
L’attacco forsennato di Berlusconi contro il Governo mostra chiaramente dove sta in questo momento il discrimine politico fondamentale nel nostro Paese: oggi, come un anno fa, il vero spartiacque corre tra chi è convinto che la via più sicura per uscire dalla crisi sia costituita dalla strategia europea disegnata per il nostro Paese da Mario Monti, e chi è convinto invece che il rigore finanziario richiesto da quella strategia sia la vera causa dei nostri problemi. Su quest’ultimo versante della politica nazionale si collocano ora, insieme a Berlusconi, anche Grillo e ahimè Vendola. Sul versante opposto Napolitano, Monti, Prodi, Renzi e i per ora sfortunati costruttori del Terzo Polo. Il precipitare della situazione politica rende estremamente urgente che Bersani – candidato del centrosinistra a guidare il Paese nella prossima legislatura – dica con molta chiarezza da che parte sta rispetto a questo spartiacque. Il problema è che il suo responsabile nazionale per l’Economia Fassina indica esplicitamente la causa prima dei nostri mali in questa strategia europea. Ora Bersani ha gli occhi di tutto il mondo puntati addosso; in questo momento, non correggere immediatamente e incisivamente la posizione espressa da Fassina – come gli chiede una larghissima maggioranza del centrosinistra – equivarrebbe a collocarsi dalla parte sbagliata dello spartiacque. Così facendo, Bersani esporrebbe il Paese al rischio incombente di quella catastrofe economica che un anno fa abbiamo evitato per un soffio. Ed esporrebbe – ma ciò conterebbe a quel punto assai meno – il centrosinistra a una catastrofe politica.
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