ORA CHE COSA ACCADRÀ NEL PD E NEL CENTROSINISTRA?

QUESTO MILIONE DI ELETTORI CHE ATTRAVERSO IL VOTO PER RENZI HANNO SCOPERTO DI ESISTERE, COSTITUISCONO UNA COMPONENTE ESSENZIALE DEL CENTROSINISTRA: SE BERSANI NE SOTTOVALUTERÀ IL POSSIBILE CONTRIBUTO, SI PRIVERÀ DI UNA RISORSA ESSENZIALE

Intervista a cura di Nando Santonastaso, pubblicata sul quotidiano Il Mattino, 3 dicembre 2012.

Professor Ichino, il recupero non c’è stato: colpa solo delle regole delle primarie?
No. Probabilmente su questo risultato dello sfidante ha pesato anche qualche suo errore tattico nell’ultima fase della campagna elettorale. E hanno pesato i voti di Vendola, che evidentemente si sono concentrati su Bersani. Credo comunque che Renzi per vincere avrebbe avuto bisogno di un ballottaggio aperto.

Quali errori ha commesso tra il primo e il secondo turno?
L’inasprimento dei toni polemici. In quest’ultima settimana avrebbe fatto meglio a puntare di più sulla conquista di quei democratici liberal che, ciononostante, al primo turno avevano votato Bersani. Ma anche questo quasi-quaranta per cento di voti costituisce pur sempre un risultato straordinario, che cambia faccia al Pd. E forse all’intera politica italiana.

Quale sarà ora il ruolo di Renzi all’interno del partito?
Renzi rappresenta circa quattro elettori su dieci del centrosinistra, e probabilmente due o tre punti percentuali più del quaranta in riferimento agli elettori del Partito democratico. Ed è la sua prima prova elettorale sul piano nazionale. E poi… ha il tempo dalla sua parte. Bersani ha già capito molto bene che con lui deve fare seriamente i conti. Non in termini di “posti”, che Renzi non chiede, ma in termini di linea politica.

Vuol dire che Bersani ha bisogno di Renzi?
No: voglio dire che Bersani non può ignorare le idee di Renzi. E non può fare a meno di quel milione di persone che le idee di Renzi hanno saputo mobilitare. Un milione di persone che, per altro verso, con il voto per Renzi hanno scoperto di esistere politicamente. Questa è la grande novità portata dalle primarie 2012 del centrosinistra.

È davvero possibile la coesistenza con Bersani nel Pd?
Penso proprio di sì. L’alternativa non è coesistenza sì o coesistenza no: è coesistenza cooperativa o con contrapposizioni nette sui temi cruciali. Che sarebbero una triste riconferma della vocazione minoritaria della sinistra italiana.

Elezioni politiche: è presumibile che Renzi chiederà spazi nella scelta dei candidati alle politiche e non solo.
Io non lo presumo affatto.

Sarà. Ma c’è almeno una strategia precisa nel vostro gruppo?
Che io sappia, a tutt’oggi non esiste né un “gruppo” né tanto meno una corrente organizzata dei democratici che fanno riferimento a Matteo Renzi. E anche questo deve far riflettere sull’importanza di quei quattro voti su dieci, raccolti senza apparati, con l’appoggio soltanto del tre per cento dei parlamentari del Pd.

D’accordo, ma adesso qualche aggregazione in quest’area dovrà pur formarsi.
Lo penso anch’io. E questo qualche cosa che si formerà, e che farà sentire tutto il suo peso al congresso del prossimo anno, rappresenta potenzialmente una metà circa del sostegno elettorale su cui potrà far conto il centrosinistra guidato da Pierluigi Bersani. Perché ci sono anche molti liberal che oggi hanno preferito ancora votare Bersani. Il centrosinistra stesso, se non ne tiene conto, rischia di perdere.

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