PLANTIGRADI: UN DELICATO PROBLEMA DI STRESS DA LAVORO ALL’ESAME DEL PARLAMENTO
Una documentazione impressionante sullo stato di nervosismo e reattività esasperata che affligge gli orsi pescatori di salmoni: guarda questo video davvero straordinario, che mostra la reazione del plantigrado contro un assistente della società di consulenza incaricata del controllo del peso e del tasso di colesterolemia dei salmoni pescati.
Notizia del 9 giugno 2009
Il Parlamento dovrà pronunciarsi tra breve, a seguito di una sollecitazione della sezione dell’Associazione per la Protezione degli Animali che si occupa dei disturbi psicologici dei plantigradi, sul problema dell’eccesso di stress a cui, secondo alcuni naturalisti, sono soggetti gli orsi pescatori di salmoni (1). Si tratta di un sovraccarico di tensione dannoso per la loro salute psico-fisica, dal quale secondo l’Associazione occorre proteggerli, a norma della direttiva europea contro lo stress da lavoro, anche se sono loro stessi a esporsi volontariamente al rischio: vi è infatti motivo di pensare che non si rendano conto dell’entità di tale rischio.
L’ipotesi dell’eccesso di stress nasce dall’osservazione che segue e da un calcolo molto semplice. L’orso pescatore di salmoni si colloca normalmente su di un masso in mezzo alle rapide del fiume che i salmoni medesimi risalgono; supponendo, prudenzialmente, che il fiume sia risalito ogni giorno da 24 salmoni e che ciascun salmone possa scegliere tra 12 punti diversi dove spiccare il salto per risalire la rapida, nel corso della giornata saranno mediamente solo 2 i salmoni che spiccheranno il salto proprio sotto il masso dove è appostato l’orso. Poiché è ragionevole supporre che i salmoni risalgano il fiume sia di giorno sia di notte, tra il salto di un salmone e quello del salmone successivo nel punto che interessa all’orso intercorre un periodo medio di 12 ore.
Ora, supponiamo che all’orso basti consumare un salmone al giorno. Il plantigrado deve dunque stare mediamente dodici ore appostato per guadagnarsi il pasto. E, badate bene, sono dodici ore faticosissime, durante le quali esso non può appisolarsi neanche per un minuto, o guardare il panorama, o appartarsi per soddisfare un bisogno fisiologico: per dodici ore di fila deve stare costantemente attentissimo, perché ogni secondo può essere quello buono in cui il salmone salta fuori, e se l’interessato si distrae e non lo prende al volo, poi gli tocca stare lì mediamente altre dodici ore. Va considerata anche la posizione in cui l’orso deve stare: col peso prevalentemente spostato sulle zampe posteriori, in bilico su di un masso bagnato, con le zampe anteriori sufficientemente libere per poter acchiappare il salmone.
Se le cose stanno così, che lo sforzo cui l’orso si sottopone sia assolutamente eccessivo è evidente. E che l’ordinamento debba impedire questa forma di auto sfruttamento, è altrettanto evidente: su questo concorda tutto l’arco delle forze politiche, dall’estrema destra all’estrema sinistra. Però, nel centro-destra c’è chi sostiene che in realtà i salmoni che risalgono il fiume sono solitamente almeno una cinquantina al giorno: il che porterebbe a un passaggio medio di 4 salmoni al giorno nel punto dove l’orso è appostato e un tempo medio di cattura ridotto a 6 ore per salmone: orario, questo, decisamente accettabile anche per un lavoro usurante come quello di cui stiamo discutendo.
Per superare le sterili contrapposizioni ideologiche e poter discutere della questione in modo pragmatico, è indispensabile sapere quanti salmoni risalgono normalmente i fiumi dove si appostano gli orsi, e di quanti passaggi possibili dispongono oltre a quello dove gli orsi sono solitamente appostati.
Su questo punto nelle sue “considerazioni finali” svolte all’Assemblea generale dei Partecipanti il 29 maggio scorso, il Governatore della Banca d’Italia ha fornito un dato allarmante: nei fiumi italiani sarebbero stati rilevati, nell’ultimo anno, soltanto due salmoni in tutto, peraltro affumicati e confezionati in busta di plastica sotto vuoto; il che fa supporre che essi non stessero affatto risalendo i fiumi medesimi, ma seguissero il corso discendente della corrente senza mai saltare fuori dall’acqua. Sarebbe dunque giustificatissima la protesta inscenata dagli orsi del Parco del Gran Sasso, con lo slogan “se 8000 ore vi sembran poche” (con probabile allusione al tempo medio della loro attesa nelle rapide dei fiumi nostrani per la cattura di un salmone). Il Premier ha però immediatamente replicato, sostenendo che il Governatore della Banca d’Italia diffonde dati allarmistici e del tutto infondati: i nostri fiumi pullulerebbero invece di salmoni, come sarebbe dimostrato da una rilevazione compiuta da un esperto sondaggista della Presidenza del Consiglio nel torrente che scende dal vulcano artificiale di Villa Certosa, in Sardegna.
Secondo notizie dell’ultima ora la sezione ittica dell’Associazione per la Protezione degli Animali starebbe incominciando a porre anche la questione dello stress sofferto dai salmoni nella fase di trasporto su aerei di Stato dal Canada a Villa Certosa, per la ripopolazione del torrente suddetto. Ma questo punto non è stato ancora posto all’ordine del giorno delle Camere, a seguito del veto posto dal Ministro per i rapporti col Parlamento.
(1) La Sottocommissione per gli affari fluviali della Commissione per l’Agricoltura e le Foreste ha discusso a lungo sul punto se gli orsi in questione debbano considerarsi cacciatori o pescatori. Alcuni esponenti della maggioranza, sulla scorta della giurisprudenza della Corte dei Conti, hanno tratto argomento a sostegno della prima tesi dal fatto che, nel momento in cui i salmoni saltano fuori dell’acqua, essi volano come gli uccelli, e come gli uccelli vengono quindi “cacciati”, mentre l’attività di pesca implica il prelievo di animale immerso in acqua. L’opposizione si è invece pronunciata nel senso della qualificazione degli orsi in questione come pescatori, in considerazione del fatto che i pesci normalmente si pescano e non si cacciano [a questa linea ci atteniamo anche nelle scelte lessicali in questo testo, per disciplina di partito]. La questione assume notevole rilievo ai fini dell’applicazione dei sussidi straordinari per il sostegno alla pesca di cui al D.L.C.P.M. 23 marzo 1934 n. 1639, che ovviamente non sarebbero erogabili ai plantigradi se l’attività in questione fosse qualificabile come venatoria.
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DALLA FISICA NUCLEARE L’IMPORTANTE SCOPERTA DI UN NUOVO ELEMENTO, CHE AIUTA A FAR LUCE SU NUMEROSI FENOMENI FINORA RIMASTI PRIVI DI SPIEGAZIONE
Dall’Ufficio stampa del laboratorio Livermore (USA), 18 marzo 2009
Il laboratorio Livermore ha scoperto l’elemento piu’ pesante finora noto alla scienza.
Il nuovo elemento, denominato Pubblicamministratio (PM) ha un neutrone, 25 vice-neutroni, 88 sotto-neutroni e 198 sottovice-neutroni, raggiungendo così la massa atomica di 312.
Queste 312 particelle sono tenute assieme da forze denominate tardoni; questi sono circondati da grandi quantità di particelle pigron-simili chiamate peoni.
Dal momento che il Pubblicamministratio non ha elettroni (cioè non è dotato di carica), l’elemento è assolutamente inerte. Il Pubblicamministratio può tuttavia essere identificato sfruttando la sua caratteristica di impedire qualsiasi reazione nelle vicinanze. Reazioni che normalmente avvengono in pochi secondi, possono infatti richiedere un tempo variabile tra i quattro giorni e i quattro anni in presenza di anche piccole quantità di Pubblicamministratio. Il Pubblicamministratio ha una vita media di 60-80 anni; non decade, ma attraversa un processo di riorganizzazione nel corso del quale una quota dei vice-neutroni scambia posto con una quota dei sotto-neutroni. La massa del Pubblicamministratio di fatto aumenta col tempo dal momento che con ogni riorganizzazione sempre più tardoni diventano neutroni. Con ciò si formano e si accumulano i cosiddetti isopoltroni. Questa proprietà della promozione dei tardoni a isopoltroni ha portato gli scienziati a ritenere che il Pubblicamministratio si formi ogni qualvolta si raggiunga una massa critica di tardoni. Questa quantità, al momento ipotetica, viene definita maggiorassa critica.
Se catalizzato con l’isotopo Politio (PL), il Pubblicamministratio si trasforma in Governio (GV): un elemento che al pari del Pubblicamministratio non emana energia, dal momento che possiede la metà dei peoni, ma il doppio dei tardoni. Se catalizzato con l’isotopo Denario (DR), invece, il Pubblicamministratio si trasforma in Tangentio (TG): un elemento che, sorprendentemente, emana una fortissima energia: il fenomeno è attualmente oggetto di studio anche in altri laboratori.
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UN’EPIDEMIA INFORMATICA CAUSA LA PARALISI NEGLI UFFICI AMMINISTRATIVI
Dall’Ufficio stampa del Ministero della Funzione pubblica