CHE COSA DI NUOVO SIGNIFICA QUEL 36 PER CENTO DI VOTI A RENZI

LE PRIMARIE HANNO MOSTRATO UN PD CAPACE DI RAPPRESENTARE TUTTO IL CENTROSINISTRA, ANCHE SENZA “STAMPELLE” ESTERNE, E HANNO RICOSTRUITO IL LEGAME TRA I CITTADINI E I LORO RAPPRESENTANTI; MA ORA BERSANI DEVE CORREGGERE LA ROTTA, SE NON VUOLE APPARIRE UN LEADER DISTRATTO

Testi integrale dell’intervista a cura di Marco Bucciantini, pubblicata da l’Unità il 27 novembre 2012 con alcuni tagli per motivi di spazio

Sul suo blog ha raccontato l’entusiasmo e le seccature per questa giornata particolare, in fila insieme ai milanesi, alla sezione del Pd dietro la stazione di Porta Genova e poi al gazebo davanti al Leone XIII, per coltivare la democrazia. Il professore Pietro Ichino è probabilmente la causa della distanza fra la Cgil e Renzi (“Se vince lui sarebbe un problema”: la contestata battuta a urne aperte del segretario generale Camusso), ma la cosa non lo rammarica. “Penso che Susanna Camusso, così come Rosy Bindi, prima di arrogarsi il ruolo di arbitro su che cosa sia veramente “di sinistra” e che cosa no, dovrebbero fare un bilancio dei risultati in materia di politiche del lavoro ottenuti fin qui dalla sinistra politica e sindacale con le sue vecchie linee d’azione. Se, come credo, questo bilancio è gravemente in rosso, le vie da battere per la tutela dei più deboli sono evidentemente delle altre.”

Professore, come ha giudicato l’organizzazione di queste primarie?
“Promettiamo agli elettori di sburocratizzare l0 Stato e poi, quando tocca a noi organizzare un servizio, riusciamo a complicare la vita al cittadino, e agli stessi volontari addetti al servizio, del tutto inutilmente, moltiplicando compilazioni, firme e code. Dobbiamo ringraziare il cielo che domenica il tempo sia stato mite e non abbia piovuto, altrimenti quelle ore di coda che abbiamo inflitto a oltre tre milioni di persone, per lo più all’aperto, sarebbero state una tortura insopportabile e si sarebbero ritorte pesantemente contro di noi.”

Ma se si fosse lasciata più libertà di accesso ai seggi, non ci sarebbe stato il rischio di un afflusso incontrollato di elettori del centrodestra?
“So di molti casi di elettori di centrosinistra che non hanno potuto votare per via delle code troppo lunghe; e di altri casi in cui persone che in passato hanno votato per il centrodestra ora si sono fatte le due lunghe code per riuscire a votare. Non pensiamo pensare di poter risolvere un problema politico aumentando il carico burocratico, infliggendo ai nostri elettori un raddoppio delle perdite di tempo e, in alcuni casi, addirittura delle vere e proprie sofferenze.”

Che cosa giocherà a favore di Bersani nel ballottaggio di domenica prossima?
“Sicuramente la maggiore facilità di ottenere i voti di Vendola, e questo in particolare nel Mezzogiorno del Paese, dove Bersani appare più forte.”

E cosa a favore di Renzi?
“Nel corso di questa settimana tutti gli elettori del centrosinistra devono considerare molto attentamente il sondaggio presentato da Roberto D’Alimonte sul Sole-24 Ore di giovedì scorso: in un campione rappresentativo di tutti gli elettori italiani, il 35 per cento dichiara che oggi voterebbe per un centrosinistra guidato da Bersani, mentre per un centrosinistra guidato da Renzi voterebbe il 44 per cento. A favore di Renzi, dunque, gioca la possibilità che anche qualcuno degli elettori di Bersani sia tentato di cogliere l’occasione straordinaria che si offre loro per voltar pagina rispetto a mezzo secolo di vocazione minoritaria della sinistra.”

Che cosa cambia nel Pd con queste primarie?
“Il Pd riscopre la propria natura originaria, di grande partito capace di rappresentare tutto il centrosinistra. Per un verso, queste primarie ci hanno fatto toccare con mano che Vendola è uno dei nostri, non c’è ragione che stia fuori dal partito. Ma, soprattutto, queste primarie ci hanno fatto toccare con mano che il Pd è perfettamente in grado di rappresentare anche il centro; cioè che non abbiamo alcun bisogno di “delegarne” la rappresentanza a terzi,”

Questa è la parte positiva del cambiamento; ma sul suo blog lei ha parlato anche dell’imbarazzo dei vecchi dirigenti di fronte a questo terremoto.
“Beh, certo quello di Rosy Bindi a Rai3 è stato un autogol mica da poco, quando ha imputato la colpa del successo di Renzi alle radici comuniste cui il Pd è ancora troppo ancorato. E gli autogol all’inizio dei tempi supplementari sono pericolosissimi.”

Perché il successo di Renzi proprio nelle regioni rosse?
“Forse perché sono le regioni dove l’elettorato è più insofferente della vocazione minoritaria che affligge tradizionalmente la sinistra italiana sul piano nazionale.”

E come legge, invece, il successo di Bersani nelle grandi città? Voto di opinione?
“Non so: una chiave di lettura è quella della maggior forza dell’apparato di partito nelle grandi aggregazioni urbane: non dimentichiamo che Matteo Renzi non aveva il sostegno di alcun apparato di partito. Ma non so se è la chiave di lettura giusta.”

Queste primarie cambiano anche le forme della politica nazionale?
“Penso proprio di sì: se il PdL non riuscirà a superare la propria nettissima inferiorità rispetto al centrosinistra sul piano della democrazia interna, rispetto al centrosinistra, pagherà un prezzo molto alto sul piano elettorale. In queste settimane abbiamo mostrato di saper dare la risposta migliore alla demagogia di Grillo: abbiamo ricostruito un legame stretto tra la cittadinanza e i suoi rappresentanti.”

Poi ci sono il Terzo Polo e Monti.
“Il Terzo Polo appare oggi altrettanto indietro quanto lo è il centrodestra sul terreno del dialogo con la società civile, con gli elettori. Quanto a Mario Monti, il nostro premier attuale non appartiene al Terzo Polo, ma a tutto il Paese. La mia speranza è che il centrosinistra sappia valorizzare al massimo questa ricchezza nella prossima legislatura.”

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