SE TRA BERSANI E RENZI L’ARBITRO È D’ALIMONTE

A FAVORE DI BERSANI GIOCA LA SUA MAGGIORE CAPACITÀ DI ATTRARRE I VOTI DI VENDOLA; MA A FAVORE DI RENZI GIOCA LA RIFLESSIONE CHE IL RISULTATO DEL PRIMO TURNO IMPONE SUGLI ERRORI GRAVI COMMESSI DA BERSANI

Secondo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 225, 26 novembre 2012 – In argomento v. anche il primo: Il terremoto che ha colpito il Pd e il dilemma di Bersani

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Dunque si va al ballottaggio. Se i dati delle 24 non subiranno scossoni nel corso della notte, ci si va con un distacco tra Bersani e Renzi nettamente al di sotto del dieci per cento, e circa il venti per cento dei voti da ridistribuire. A favore di Bersani gioca una sua maggiore capacità di attrarre i voti che oggi sono andati a Vendola. Ma a favore di Renzi gioca la riflessione che il risultato di questo primo turno impone a tutti sugli errori gravi commessi da Bersani. Ultimo in ordine di tempo, quello compiuto dal segretario del Pd sabato, quando ha aperto all’alleanza elettorale con L’IdV di Di Pietro. Nel corso della prossima settimana tutti gli elettori del centrosinistra dovranno considerare molto attentamente il sondaggio presentato da Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore di giovedì scorso: in un campione rappresentativo di tutti gli elettori italiani, il 35 per cento dichiara che oggi voterebbe per un centrosinistra guidato da Bersani, mentre per un centrosinistra guidato da Renzi voterebbe il 44 per cento. Con la riforma elettorale che sta per essere varata dal Senato, il 35 per cento non basta per governare; il 44 per cento sì. A favore di Renzi gioca la possibilità che anche qualcuno degli elettori di Bersani sia tentato di cogliere l’occasione straordinaria che si offre loro per voltar pagina rispetto a mezzo secolo di vocazione minoritaria della sinistra.

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