LA LEGGENDA METROPOLITANA DEI 46 TIPI DI RAPPORTO DI LAVORO

I TIPI LEGALI DI CONTRATTO DI LAVORO NON SUPERANO LA DOZZINA – SI PUO’ MOLTIPLICARLI A PIACERE CONSIDERANDO LE VARIABILI DEL TEMPO PIENO O PARZIALE, DETERMINATO O INDETERMINATO

Articolo pubblicato su la Repubblica-Affari & Finanza del 26 novembre 2012

Quella dei 46 tipi diversi di rapporti di lavoro è una tipica leggenda metropolitana. In realtà le forme giuridiche (“tipi legali”) che un contratto di lavoro può assumere sono meno di una dozzina: 1. contratto di lavoro subordinato ordinario; 2. apprendistato; 3. lavoro a domicilio e telelavoro; 4. lavoro intermittente (c.d. job on call); 5. lavoro accessorio retribuito con i vouchers (diffuso soprattutto in agricoltura); 6. lavoro somministrato; 7. lavoro a progetto; 8. lavoro autonomo con partita Iva; 9. associazione in partecipazione; 10. lavoro cooperativo; 11. stage di addestramento o tirocinio.
Come si è arrivati, dunque, a parlare di 46 tipi diversi di rapporto di lavoro? Si è considerato che questi tipi di contratto possono per la maggior parte essere stipulati a termine o a tempo indeterminato, a tempo pieno o parziale, e così li si è moltiplicati per quattro. Ma se la mettiamo così, possiamo arrivare anche a 400 tipi diversi e oltre, considerando che ciascuno di questi contratti può essere stipulato con o senza periodo di prova, con o senza patto di non concorrenza, con o senza clausola di esclusiva, e così via!
La realtà è che il fenomeno della precarizzazione dei rapporti di lavoro non nasce dalla pluralità delle forme giuridiche che il rapporto di lavoro può assumere, bensì principalmente dall’aumento percentuale delle posizioni di lavoro coperte con contratti di collaborazione autonoma o “associata”, mirati a eludere le rigidità e le tutele predisposte dal sistema protettivo per il lavoro dipendente. Occorre comunque tenere ben presente che le collaborazioni autonome continuative non sono un’invenzione recente, né della legge Treu del 1997, né della legge Biagi del 2003: erano già conosciute dalla legge italiana nel 1959! La legge Biagi, semmai, è venuta a limitare e regolare questa forma di lavoro. Né sono una invenzione recente l’associazione in partecipazione o il lavoro cooperativo.

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