UN LETTORE CONTESTA UN’OMISSIONE NELLA DEFINIZIONE CHE HO PROPOSTO DI QUESTA CATEGORIA CONCETTUALE, PROPRIA DELLA POLITICA DEL SECOLO SCORSO MA NON PRIVA DI ATTUALITA’ ANCHE IN QUELLO PRESENTE
Messaggio pervenuto il 15 ottobre 2012 – Segue la mia risposta
Senatore
leggo nella sua sempre stimolante lettera settimanale la sua definizione di sinistra:
È di sinistra costruire una società capace di garantire a tutti pari opportunità nell’istruzione, nella formazione professionale e nel mercato del lavoro, nonché pari accesso alle informazioni in ogni situazione; combattere le posizioni di rendita grandi e piccole, di qualsiasi genere e natura, dovunque si annidino; imporre in tutte le amministrazioni pubbliche un regime di trasparenza totale, intesa come accessibilità incondizionata di ogni dato e documento per qualsiasi cittadino e, da qui in avanti, pubblicazione on line di tutti i mandati di pagamento e relativa documentazione.
Mi permetta di notare che anche un liberale classico potrebbe accettarla come propria. Forse andrebbe aggiunto anche la lotta alle diseguaglianze eccessive: oggi la diseguaglianza è difficile da accettare. Anche chi non ce la fa, si perde nelle difficoltà delle vita ha comunque diritto ad un aiuto per vivere dignitosamente. Lei sicuramente la pensa così ma non mi pare un punto da tralasciare. Su un altro punto, certamente Renzi oggi è l’unico che può riportare il PD al suo senso originale. Con grande stima
Mario Pellegatti
Garantire pari opportunità per tutti e combattere le posizioni di rendita grandi e piccole sono già due obiettivi che comportano la riduzione drastica delle diseguaglianze. Basti pensare al fatto che, per la maggior parte, le grandi differenze di reddito sono generate da rendite, non da lavoro; e dove invece sono generate soltanto dall’attività umana – come nel caso del reddito di lavoro del grande artista o dell’inventore geniale, finché esso non viene reinvestito per produrre rendita – non vedo perché dovremmo combatterle. Anche perché, a ben vedere, di quella grande ricchezza prodotta dal fuoriclasse trae per metà diretto beneficio l’Erario, attraverso le tasse, e traggono beneficio tutti coloro che godono dei prodotti della sua arte o del suo intelletto. (p.i.)
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