LO SFOGO DI UNA SESSANTENNE NON “SALVAGUARDATA”

UN LAVORO CESSATO PER MATERNITÀ, LA PROSPETTIVA DELLA PENSIONE QUASI RAGGIUNTA, POI LA DOCCIA FREDDA DEL DICEMBRE SCORSO – MA NON È RESPONSABILE IL GOVERNO MONTI, NÉ CHI CERCA DI RISOLVERE I PROBLEMI TRANSITORI DELLA RIFORMA SENZA TORNARE INDIETRO
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Messaggio pervenuto il 13 ottobre 2012 – Seguono la mia risposta e un ultimo messaggio della stessa mittente – In argomento v. anche il testo del nostro disegno di legge presentato il 10 ottobre 2012
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Buongiorno senatore Ichino,
Le invio questa email con la quasi consapevolezza che non la degnerà di attenzione, ma non importa ci provo lo stesso.
Le riassumo in breve la mia situazione:
Anno 1952 ( 60 anni compiuti a giugno), con 18 anni e 3 mesi di contributi da lavoratrice dipendente, interamente versati nel 1988. Ho iniziato a lavorare a 16 anni e mezzo, mentre continuavo gli studi. Lavoro che mi avrebbe consentito una buona carriera. All’età di 34 anni, ho deciso che era ora di aumentare la famiglia. Rimasta incinta di due gemelli , nati poi prematuri, la mia carriera è letteralmente sfumata. A quei tempi, noi donne non avevamo  molte tutele e la scelta “forzata” sono state le dimissioni.  Data la fragilità di quel momento non ho combattuto . Tra l’altro ai miei tempi, una gravidanza gemellare contava come ” una gravidanza” , oggi per una gravidanza gemellare viene giustamente concessa la doppia maternità, cosa che allora mi avrebbe consentito di arrivare ai 20 di contributi.
Con due gemelli neonati nessuno mi ha piu’ voluto, quando sono cresciuti mi si diceva che ero lontana da troppo tempo dal mondo del lavoro. Con enormi sacrifici abbiamo ” tirato avanti ” con la certezza che all’età di 55 anni avrei comunque percepito una seppure minima pensione.  Gli anni sono poi diventati 60 e successivamente 60 piu’ uno per effetto della finestra.�
Questo fino allo scorso novembre 2011 (Ecocert del 23 novembre), quando l’Inps dichiarava che avrei percepito la pensione a luglio 2012.   Questo perchè le precedenti 4 riforme subite da noi, anno 1952, ci avevano salvaguardato avendo versato i contributi entro il 1992.
Con la riforma Fornero invece non avrò mai un minimo di pensione se non colmerò gli anni mancanti per arrivare a 20. (Ricordo la frase della dott.ssa Fornero:”Nessuno resterà senza reddito e senza una pensione”. Non mi pare abbia detto la verità). Me lo dite a 60 anni ?! Lei pensa che qualcuno mi assuma alla mia età quando abbiamo una marea di giovani e di 50 enni disoccupati?  Nell’ipotetico caso qualcuno lo facesse, sarebbe giusto occupare il posto che potrebbe occupare uno di loro?  Come pago i contributi se non lavoro?  Mio marito percepisce da quest’anno una pensione di circa 1.000 euro che ci consente di nuovo di “tirare avanti”.
La riforma Fornero ha stracciato in un attimo i nostri diritti acquisiti, senza per altro specificarlo chiaramente tanto che molte di noi (perchè siamo soprattutto donne) ne abbiano preso coscienza.  Le mie coetanee del servizio pubblico, con i miei stessi anni di contribuzione sono in pensione da ben 25 anni, ne ho esempi tangibili, perchè quindi togliere ancora a noi?  Paghiamo pensioni sociali a persone che mai hanno lavorato; e noi? Ci ridarete almeno quanto abbiamo versato allo scopo di percepire un reddito come lo Stato ci aveva assicurato?  Perchè, in caso contrario, significa che lo Stato mi ha truffata.   Dico lo Stato, perchè per quanto mi riguarda non considero la dott.ssa Fornero “lo Stato”.  Gli Italiani non l’hanno votata come richiede la nostra Costituzione, ci è stata imposta.
Quello che mi amareggia ancora di più è che questo grave danno è stato fatto con l’avallo del Suo partito al quale, sin dal mio primo voto, ho dato totale fiducia. Questa secondo Lei è l’equità di cui tanto si vanta questo Governo?  Equità non ne vedo, sapendo anche che una Minetti dopo pochi anni di “lavoro” a 60 anni percepirà un vitalizio di 1.300 euro. Io i 60 anni li ho compiuti. Mi scuso per lo sfogo, ma sono davvero esasperata e preoccupata, insomma ai limiti della depressione.  La ringrazio per l’attenzione e augurandole una buona giornata La saluto cordialmente.
G. R.
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La situazione di G.R. è purtroppo la
conseguenza di errori gravissimi che abbiamo compiuto negli ultimi due decenni, quando non abbiamo incominciato a realizzare gradualmente ciò che ora abbiamo dovuto fare in modo brutale, da un giorno all’altro, per evitare la bancarotta dell’Erario e riconquistare la fiducia e la cooperazione dei nostri partner europei maggiori. Per contribuire a risolvere le situazioni come quella descritta in questo messaggio – cosa che ritengo assolutamente dovuta – stiamo battendoci per ottenere:
– per un verso, un qualche allargamento dell’area dei c.d. “salvaguardati”, cioè di coloro cui è concesso beneficiare del trattamento pensionistico secondo il vecchio regime (allargamento che però non potrà certamente estendersi a tutte le centinaia di migliaia di cinquantenni e sessantenni senza lavoro e senza pensione);
– per altro verso una serie di incentivi economici e normativi molto forti per agevolare il rientro nel tessuto produttivo degli over55;
– infine, per chi nonostante queste misure non riesca a rientrare nel tessuto produttivo, un trattamento congruo di disoccupazione, pari al 70% dell’ultima retribuzione, oppure del trattamento pensionistico che avrebbe goduto, se si fosse applicato il vecchio regime.
Il disegno di legge presentato proprio la settimana scorsa, con cui ci proponiamo di raggiungere questi obiettivi, è un’iniziativa che non intende in alcun modo contrapporsi ad altre iniziative volte ad allargare l’area dei c.d. “salvaguardati”, ma intende offrire una copertura di natura non pensionistica a tutti coloro che nel dicembre scorso erano ormai prossimi al pensionamento e, in conseguenza del decreto-legge n. 201/2011, si sono visti bruscamente allontanare il relativo termine.   (p.i.)

La ringrazio davvero per la risposta e mi scuso per non averci creduto. Certo che errori in passato ce ne sono stati, su questo non nutro nessun dubbio. Credo però lei comprenda che errori di altri non possono sempre ricadere sempre e comunque su persone oneste che si sono fidate dello Stato. Confido anche in lei  e nella speranza che per lo meno a noi donne, già penalizzate fortemente dal mondo del lavoro, venga ora riconosciuto qualche beneficio, la saluto di nuovo cordialmente.
G.R.

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