IL SOSTEGNO DI CASTAGNETTI E DI CECCANTI ALLA MIA PROPOSTA PER LE PRIMARIE

SI ALLARGA IL CONSENSO ALL’IDEA DI CONSENTIRE AGLI ELETTORI DI ESPRIMERE ANCHE UNA “SECONDA SCELTA”, IN FUNZIONE DEL “BALLOTTAGGIO ANTICIPATO”

Interviste a Pierluigi Castagnetti e a Stefano Ceccanti pubblicate su l’Unità il 10 ottobre 2012, a seguito del mio intervento sul Corriere della Sera del 9 ottobre 2012


CASTAGNETTI: PROPOSTA DI ICHINO INTERESSANTE MA DEVE DECIDERE ALLEANZA

«A me sembra una proposta interessante di cui dovrebbe discutere il tavolo della coalizione». Pierluigi Castagnetti apre all’ipotesi lanciata ieri da Pietro Ichino sulle pagine del “Corriere” per «togliere aggressività alle primarie» del centrosinistra. Secondo il giuslavorista un modo ci sarebbe: dare agli elettori la possibilità di indicare sulla scheda «non solo la prima scelta, ma anche la seconda, quella che considera un second best». Un modo questo per provare a eliminare il doppio turno recuperando, nel caso in cui con la prima scelta nessun candidato si aggiudichi la maggioranza assoluta, anche i voti della seconda scelta.
Castagnetti, a lei piace la proposta?
«A me sembra molto interessante e spero che Bersani e gli altri candidati possano prenderla in considerazione, perché si potrebbe evitare il secondo turno, ma soprattutto ridurre la radicalità dei toni».
Questo perché ogni candidato parla non solo ai suoi potenziali elettori ma anche a quelli del “secondo voto”?
«Esattamente. Chi fa campagna elettorale non può inasprire troppo i toni perché deve cercare di parlare anche a chi vota come prima opzione il suo competitore. In un momento come quello che stiamo attraversando questo non è un aspetto secondario e le primarie potrebbero davvero essere un’occasione per rafforzare non solo il Pd, ma la coalizione, costringerebbero gli stessi candidati a lavorare sui punti di unione e non su quelli di scontro».
Ma questo non va contro il dispositivo votato dall’Assemblea nazionale del Pd che ha previsto un primo e un secondo turno?
«Ichino con la sua proposta non esclude il ballottaggio nel caso in cui anche con il voto della seconda scelta nessun candidato superi il 50 per cento dei consensi. Non stravolge la decisione dell’Assemblea, aggiunge un’altra possibilità».
Renzi potrebbe replicare che in questo modo Bersani potrebbe essere avvantaggiato. In fondo è più probabile che gli elettori di Vendola come secondo nome facciano quello del segretario Pd che non quello del sindaco…
«Non sono affatto convinto che il risultato in questo modo sarebbe scontato. Ci sono tanti elettori Pd che votano Bersani ma sono interessati anche a Renzi e viceversa. Non mi preoccuperei di chi potrebbe trarre svantaggio o vantaggio perché credo che con questo sistema nessuno verrebbe penalizzato. Stavolta la leadership è davvero contendibile, c’è grande attenzione verso questo appuntamento del centrosinistra».
Lei crede davvero che i competitor sarebbero disposti a queste primarie con prima e seconda scelta?
«Perché dovrebbe incontrare diffidenza? Non la escluderei affatto a priori, credo vada valutata senza pregiudizi. È evidente che siamo di fronte a una proposta inedita in Italia e che possono esserci perplessità, ma davvero potrebbe influire sul clima e i toni della campagna elettorale. Dal momento che il tavolo della coalizione si riunisce il 13 proviamo a capire quanto interessa anche gli altri candidati».
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CECCANTI: PROPOSTA ICHINO ABBASSERÀ I TONI

«La proposta di Ichino mi convince, in fondo così è stato scelto il leader dei laburisti britannici e anche il sindaco di Londra. Servirebbe e rendere meno aggressiva la campagna per le primarie e si potrebbe fare tutto in un unico giorno, evitando il ballottaggio». Stefano Ceccanti, senatore Pd, docente di Diritto pubblico comparato alla Sapienza di Roma, benedice la proposta del collega senatore Pietro Ichino, che ieri ha suggerito, per le primarie del centrosinistra, di indicare sulla scheda il candidato prescelto e anche la seconda scelta. «In questo modo, se nessuno raggiunge il 51%, si contano anche i voti che ha ottenuto come “seconda scelta”. E non si deve tornare a votare una settimana dopo».
Quali sarebbero i vantaggi di questo meccanismo?
«Durante la campagna per le primarie le posizioni dei candidati tenderebbero ad avvicinarsi, invece che a divaricarsi. Perché ogni candidato cercherebbe argomenti interessanti anche per l’elettorato potenziale degli altri. In sostanza, si avrebbe una campagna più unitaria».
Non crede che gli italiani siano più abituati alla logica del ballottaggio, come avviene coi sindaci?
«È così, sarebbe senza dubbio una innovazione. Ma il meccanismo è di facile apprendimento: agli elettori si chiede di votare il proprio favorito e anche di indicare una seconda scelta. In gergo tecnico si chiama voto supplementare».
Quale potrebbe essere l’effetto sulle primarie italiane?
«Nel caso di Vendola, ad esempio, è possibile ipotizzare che la sua campagna rientrerebbe dentro una logica più unitaria. Ma lo stesso potrebbe accadere per Renzi, nel caso in cui puntasse alla seconda scelta degli elettori di Bersani. In fondo, il sindaco di Firenze e il presidente pugliese sono “vicini” sul tema della novità, mentre Renzi e il segretario Pd sono più “vicini” sui contenuti. È difficile prevedere a tavolino gli effetti sulle scelte dei candidati, ma è possibile pronosticare una campagna meno aggressiva».
Dopo tante discussioni sulle regole, chi dovrebbe decidere sull’introduzione di questa novità?
«Quando si riunirà il tavolo della coalizione per varare definitivamente le regole, anche questa ipotesi può essere presa in considerazione e si può decidere che le primarie si terranno con un unico turno il 25 novembre».
Vista la sua esperienza nella materia, c’è anche il suo “zampino” in questa proposta di Ichino?
«Non esattamente. Però è vero che nel 2010 firmammo insieme una proposta di legge elettorale sul modello australiano, un maggioritario con collegi che prevede un meccanismo simile, nel senso che l’elettore indica una prima e una seconda scelta tra i candidati. Ichino si è convinto fortemente della bontà di quel progetto, e dunque non mi stupisce che abbia pensato di adattarlo alle primarie del centrosinistra. E io ho deciso di sostenerlo in questa iniziativa».

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