ASSEMBLEA NAZIONALE PD – 1: UN GRANDE BERSANI (E IL SUO NEO)

ALL’ASSISE DELL’ERGIFE SULLE REGOLE PER LE PRIMARIE UNA LEZIONE MEMORABILE DI BUONA POLITICA DEL SEGRETARIO DEI DEMOCRATICI – PERÒ SU DI UN PUNTO HA PREFERITO TACERE (E NON AVREBBE DOVUTO)

Primo editoriale telegrafico per la Nwsl n. 218, 7 ottobre 2012 – In argomento v. anche il mio secondo editoriale telegrafico Perché Renzi avrebbe fatto meglio a esserci

Ai 615 radunati all’Ergife, il fior fiore dei dirigenti e militanti del Pd, in larga maggioranza favorevoli alle regole più restrittive per le primarie di novembre, ieri Pierluigi Bersani ha detto sostanzialmente (non proprio queste parole, ma il senso era questo): “So anch’io che rischio molto di più, con regole che consentano di votare a cinque milioni di elettori invece cha a uno o due milioni soltanto; ma se non siamo in grado di affrontare questa sfida e vincerla in campo aperto, facendo le cose per bene, non meritiamo di candidarci a guidare il Paese”. E con la forza di questo discorso ha piegato una grande e appassionata assemblea riluttante a dargli un ampio mandato per definire con gli alleati le nuove regole senza restrizioni per l’accesso ai seggi delle primarie. Una lezione memorabile di buona politica, tanto più preziosa quanto più bassa è in questo momento la considerazione degli italiani per i loro partiti. Nella palude attuale della politica italiana, il Pd oggi per merito del suo leader ha scelto di mettere la barra del timone in mano ai propri elettori, mostrando di aver capito che un partito non può riconquistare la fiducia della gente se esso stesso della gente ha paura.
Ce ne sarebbe quanto basta per dire: “questo Bersani merita di vincere le primarie!”… se non ci fosse un neo nella sua relazione introduttiva all’Assemblea nazionale e nelle sue conclusioni. Non una sola parola su di una questione cruciale: come si può pensare di costruire una coalizione di governo credibile, che fa sua la strategia europea disegnata da Mario Monti, avendo come principale alleato un partito – SEL – che ogni giorno indica quella stessa strategia come la rovina del Paese e compie scelte concrete che vanno in direzione opposta? Se vuole vincere le primarie, il segretario del Pd deve trovare qualche cosa di convincente da dire su questo punto fondamentale della sua agenda; oppure cambiare rotta al più presto. Ieri all’Ergife su questo punto ha preferito tacere.

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