ART. 18: ICHINO, REFERENDUM INCOMPATIBILE CON STRATEGIA PD

L’INIZIATIVA DI SEL E IDV LANCIA AI NOSTRI INTERLOCUTORI EUROPEI IL MESSAGGIO SECONDO CUI INTENDIAMO DISFARE CIO’ CHE ABBIAMO FATTO QUEST’ANNO: PER QUESTO E’ INCOMPATIBILE CON IL PROGRAMMA DEL CENTROSINISTRA PER LA PROSSIMA LEGISLATURA

Dichiarazione ripresa dall’agenzia di stampa Ansa, 12 settembre 2012 – In argomento v. anche la mia intervista a La Stampa del 13 settembre 2012

(ANSA) – ROMA, 12 SET – Un referendum per cancellare le modifiche all’articolo 18 introdotte dalla legge Fornero è coerente con le posizioni come quelle di Sel e Idv, contrarie alla ”scommessa europea” del governo Monti, ma è ”incompatibile con le opzioni strategiche essenziali del Pd”. Lo dice il senatore del Pd Pietro Ichino interpellato telefonicamente sul deposito in Cassazione da parte, tra gli altri, del leader di Sel e di quello dell’Idv di due quesiti referendari contro la riforma Fornero del lavoro.
”L’iniziativa referendaria di Sel e Idv sull’articolo 18 – sottolinea Ichino – si pone drasticamente in contrasto con la strategia che l’Italia si è data dal novembre scorso per uscire dalla crisi”. ”La nuova disciplina dei licenziamenti – evidenzia il giuslavorista – contenuta nella legge Fornero costituisce un allineamento del nostro ordinamento, per questo aspetto, al resto d’Europa. E’ una scelta che abbiamo compiuto non soltanto nella convinzione che questo giovi al migliore funzionamento del nostro mercato del lavoro, ma anche perchè questo costituiva e costituisce parte essenziale della strategia del governo Monti per la ‘scommessa europea’ dell’Italia e in particolare per consentirci di essere credibili quando chiediamo ai nostri partner europei di garantire per il nostro debito e di aiutarci ad abbattere gli interessi su di esso”. ”Tutto questo – prosegue – mi induce a dire che tornare indietro rispetto alla scelta compiuta con la legge Fornero è coerente soltanto con le posizioni di Sel e di Idv, fortemente contrarie alla ‘scommessa europea’ del governo Monti. Ma è incompatibile con le opzioni strategiche essenziali del Pd”. j

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