DIALOGO (NON INFRUTTUOSO) CON UNA DIPENDENTE PUBBLICA COSTRETTA A LAVORARE PIÙ A LUNGO, CHE PROTESTA CONTRO LE NUOVE REGOLE SULL’ETÀ PENSIONABILE
Messaggio pervenuto il 16 agosto 2012 a seguito della mia Lettera sul lavoro pubblicata sul Corriere della Sera il giorno precedente – Seguono la mia risposta e una replica della stessa lettrice (contenente l’accenno polemico contro gli “esodati”)
Egregio sig. Ichino,
ho letto con particolare interesse quanto da lei pubblicato sul Corriere e non so se essere più arrabbiata o amareggiata dalle sue parole.
Sono, come può vedere dalla firma una dipendente della Regione Lombardia, con 32 anni di contributi, di pendolarismo, una famiglia, una mamma anziana a carico e.. un tumore (per fortuna .. ma non so più se sono fortunata visto quello che mi si prospetta..) al momento superato che mi ha comunque sconvolto l’esistenza.
Sono stata dichiarata invalida al 70% e quindi lavoro ancora a tempo pieno perché non percepisco nessun assegno, (giusto.. ma vogliamo parlare per esempio di alcuni colleghi sordomuti che tanto sordomuti non sono viste le moderne tecnologie che permettono, con apparecchi acustici, di condurre una vita pressoché normale, guidano, vanno al cinema, a ballare, fanno crociere.. e acquistano auto, televisori, assicurazioni ecc. a prezzi scontatissimi grazie all’iva al 4% e usufruiscono dei permessi della legge 104 che a me invece sono negati…) e con la nuova legge sul lavoro, potrò FORSE andare in pensione a 62 anni con 42 anni di contributi e con una bella penalizzazione del 10% perché ci andrò, a parere vostro, troppo giovane.
Sempre che il cancro mi permetta di arrivarci ai 62 anni….
Ma vede, se posso “tollerare” la porcata che avete confezionato per me e per tanti nella mia situazione digerisco proprio male quella fatta ai danni di mio marito che lavora da quando ha compiuto 15 anni, avrebbe fatto 40 anni di contributi il 6 novembre prossimo e si è visto spostare di 2 anni e 6 mesi la data del pensionamento.
Ha 55 anni, troppo giovane per voi ma a quanto pare non lo era quando ha iniziato a lavorare… , ma cosa dire allora di quanti sono andati in pensione – è vero a 62 anni – ma con 35 anni di contributi versati??? e dei tanti, anche ex colleghi, andati in pensione con i 19 anni 6 mesi e 1 giorno e che allora 40 enni si godono la pensione alla faccia di quanti, come mio marito, dovranno continuare a lavorare per pagare LA LORO DI PENSIONE.. visto che hanno già consumato i contributi versati..
Dovevate sistemare la cosa perché così non si poteva andare avanti, BENISSIMO!!
Avreste dovuto avere il coraggio di dire a queste persone, che lavorano in nero, perché quasi tutti hanno un secondo lavoro che per pagare le loro pensioni non c’erano più soldi, che dovevano tornare a lavorare visto che a 55 anni si è giovani, e invece vi sento dire che i diritti acquisiti che non possono essere controvertiti? Ma il diritto acquisito da mio marito dopo 40 anni di lavoro lo avete spazzato via in un’attimo … e, da ultimo, ma più scandaloso di tutti mi provoca un modo di schifo che proprio da lei venga detta la frase:
“La maggior parte dei «non salvaguardati» è convinta che intorno ai 55-58 anni di età, con 35 o 38 anni di contribuzione al 33 per cento, ci si sia guadagnato il «diritto» a una pensione pari a tre quarti della retribuzione dell’ultimo periodo (per lo più doppia rispetto a quella iniziale) per gli altri 25 anni di vita che un italiano può attendersi a 58 anni; ma basta un elementare calcolo aritmetico per constatare che i conti non tornano. E che quindi occorre un periodo di contribuzione più lungo”.
Che dire allora dei contributi versati per soli 5 anni che invece a voi consentono di avere una più che decente pensione????
Mi fermo qui, so in partenza che questa e-mail verrà cestinata prima ancora che lei riesca a leggerla, mi sono sfogata, e mi scuso se posso esserle sembrata maleducata, sono solo molto amareggiata nel constatare che in Italia, come sempre va bene ai soliti io non faccio parte della categoria dei fortunati e a volte mi chiedo se non sarebbe stato meglio morire per il cancro piuttosto che essere qui a vedere in che baratro ci state facendo cadere.. perché naturalmente solo noi poveri italiani comuni ci finiremo, per voi tutti come sempre le cose continueranno senza problemi, i vostri privilegi rimarranno invariati e un po’ voi e un po’ gli altri continuerete a dirci che “DOBBIAMO” (chissà perché usate sempre il plurale??) fare sacrifici per il bene del paese…
Le auguro comunque, una buona giornata
Eugenia Callegaro
DG Commercio Turismo e Servizi della Regione Lombardia
Sul vitalizio dei parlamentari Lei ha pienamente ragione: era un privilegio da eliminare. Ne è stata eliminata per il futuro la maggior parte (dal 1° gennaio 2012 verrà calcolato con il sistema contributivo e non potrà essere goduto prima dei 65 anni), ma sarebbe stato giusto eliminare il privilegio del tutto, anche con effetto retroattivo. Insieme ad altri parlamentari convinti come me di questo, mi sono battuto (e non ho smesso di farlo) affinché questo avvenisse entro questa legislatura. Ha ragione anche sulla necessità che venga posto un limite massimo agli stipendi degli alti dirigenti pubblici (e questo è stato fatto), alle relative pensioni (e anche questo è stato fatto, per la parte destinata a maturare dal 1° gennaio di quest’anno in avanti).
Sul resto del Suo messaggio, invece, non concordo. Sia nel Suo caso, sia in quello di Suo marito, non mi sembrerebbe giusto che lo Stato continuasse, come ha fatto fino al 2011 nei casi analoghi, a destinare quasi tutta la spesa sociale a coprire la differenza tra la contribuzione maturata e il trattamento pensionistico che vi sarebbe complessivamente dovuto se poteste collocarVi in pensione rispettivamente con 32 e 40 anni di contributi, prescindendo dall’età anagrafica. È stato un grave errore – che stiamo pagando caro e che pagheranno ancor più caro i nostri figli nel prossimo futuro – farlo fino al 2011; sarebbe un errore ancor più grave continuare a farlo ora.
Immagino che questo mio parlare franco non la soddisferà affatto; ma spero almeno che Lei lo preferisca al silenzio, o al parlare elusivo. (p.i.)
LA REPLICA DELLA LETTRICE
La sua risposta, non nego mi sorprende. In positivo intendo…
Mi fa molto piacere e la ritengo giusta per quanto mi riguarda, non ho mai pensato di andare in pensione prima di avere maturato il minimo necessario che per ora mi sembra di capire è fermo a 42 anni e… alcuni mesi (anche se dopo una malattia diventa pensante uscire di casa alle 6,30 e farvi rientro alle 18,30)…
Un po’ meno per quanto riguarda mio marito che arrivato ai 35 si è visto spostare ai 40 e che adesso si è visto per l’ennesima volta beffato dal governo di turno… tecnico dicono… boh!!
Concordo con lei che qualcosa per riparare al grande danno creato dal precedente metodo di calcolo delle pensioni doveva essere fatto (anche se non ci voleva un genio per capire che pagando la pensione dopo 20 anni di contributi ad un 40enne i soldi non sarebbero bastati.. era sufficiente iniziare a pagare l’assegno al compimento del 60° anno???), da qualche parte bisogna pur iniziare ma lei è davvero convinto che il debito pubblico verrà risanato in questo modo? vogliamo parlare degli esodati? a casa con l’80% dello stipendio e di età inferiore ai 54 anni? e che dire di tutte le false pensioni di invalidità assegnate in Italia… solo un diluvio universale può azzerare tutto e fare in modo di ripartire da zero senza le brutture e le ingiustizie che sono sotto gli occhi di tutti…
La ringrazio ancora per la sua risposta, mi ha fatto rivalutare la classe politica… e le chiedo scusa se le sono sembrata polemica.. ok lo sono stata … ma non viviamo in un clima sereno, ho due figlie che non possono sistemarsi perché non trovano un lavoro stabile e forse non potrò nemmeno diventare nonna perché fare figli in questo momento è sconsigliato ma anche se capitasse dovrò lavorare fino a 67 anni e credo che non avrò proprio la voglia di seguire un nipotino.. e in fondo questo è quello che mi fa più male, ho superato una malattia importante ma tutta questa insicurezza mi ha tolto la fiducia nel futuro … non ho nemmeno più voglia di leggere i giornali per paura di quello che potrei trovarci, per non parlare delle prossime elezioni.. ma davvero pensate che potremo andare a votare con questo clima???
Eugenia Callegaro
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