A PALAZZO MADAMA LA TRASPARENZA FA ANCORA FATICA

UNA MAGGIORANZA PDL-LEGA BOCCIA L’ORDINE DEL GIORNO CHE CHIEDE LA TRASPARENZA TOTALE RIGUARDO AI RAPPORTI TRA IL SENATO E I SUOI DIPENDENTI

Interventi svolti in Senato nella discussione congiunta dei Documenti VIII, n. 9 (Rendiconto delle entrate e delle spese del Senato per l’anno finanziario 2011) e VIII, n. 10 (Progetto di bilancio interno del Senato per l’anno finanziario 2012) nella seduta pomeridiana del 1° agosto 2012 – In argomento v. anche il mio intervento in Aula del 22 giugno 2011 e il documento sul riordino della disciplina dei rapporti di lavoro alle dipendenze del gruppo Pd del Senato del 21 dicembre 2011


[…]

ICHINO (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ICHINO (PD). Signor Presidente, onorevoli colleghi, nel corso di questa legislatura abbiamo sancito alcuni principi e regole in materia di trasparenza totale delle amministrazioni pubbliche, che si sono concretati in linea generale nell’articolo 4 della legge n. 15 del 2009, dove si prevede l’obbligo per ciascuna amministrazione di assicurare la totale accessibilità dei dati relativi all’organizzazione e ai servizi resi e addirittura alle valutazioni circa l’efficienza e l’efficacia dei servizi resi; nella stessa disposizione si precisa che devono essere resi disponibili immediatamente in rete anche i dati su cui si basano le valutazioni, affinché essi possano essere oggetto di autonoma analisi ed elaborazione da parte dei centri di osservazione esterna.
Questo principio di carattere generale è stato poi specificato con una modifica del codice della privacy, che abbiamo apportato con l’articolo 19 del “Collegato lavoro” del 2010. La nuova norma inserita nel codice della privacy sancisce che i dati sui rapporti di lavoro pubblici devono essere resi immediatamente accessibili anche attraverso Internet; quindi, non si deve chiedere all’amministrazione caso per caso che il documento venga messo a disposizione, perché devono essere immediatamente rese accessibili in rete tutte le notizie concernenti lo svolgimento delle prestazioni di chiunque sia addetto a una funzione pubblica e la relativa valutazione, con la sola eccezione dei dati concernenti la natura delle infermità e degli impedimenti personali o familiari che causino l’astensione dal lavoro. Escluso questo, ogni altro dato relativo al rapporto di lavoro con una amministrazione pubblica deve essere accessibile, cioè immediatamente conoscibile da parte di chiunque.
Dobbiamo chiederci perché mai se questi stessi principi non dovrebbero applicarsi anche all’amministrazione del Senato. Anzi, a ben vedere, ce lo siamo già chiesti; e ci siamo dati una risposta: l’ordine del giorno G100 sul bilancio del Senato, approvato esattamente un anno fa (il 3 agosto 2001), a firma di tutti i Capigruppo (Gasparri, Finocchiaro, ed altri), impegnava il Senato stesso a perseguire una maggiore trasparenza, anche attraverso informazioni più dettagliate sulle singole poste del bilancio, nonché a rendere la relativa documentazione facilmente consultabile all’interno dei siti Internet del Senato.
In quell’ordine del giorno questo principio è espresso ancora in forma embrionale; esso però dice una cosa molto chiara: introduce il principio della full disclosure, della trasparenza totale, anche in riferimento all’amministrazione del Senato.
Come si concilia con questo principio, che noi abbiamo fatto nostro approvando un anno fa quell’ordine del giorno, il fatto che on line non è dato conoscere non dico i dati sulle retribuzioni, sulle valutazioni dell’efficienza dei Servizi, ma nemmeno il dato sugli organici del Senato, né il dato sugli organici dei Gruppi parlamentari?
Il Gruppo del Partito Democratico si è dato una regola, che è in corso di attuazione, di piena trasparenza dei propri organici, mediante pubblicazione dei relativi dati in rete. Questo però non dovrebbe essere lasciato all’iniziativa dei singoli Gruppi. Dovrebbe essere regola ovvia quella per cui tutto quanto attiene anche all’organizzazione dei Gruppi è accessibile on line. Non è configurabile alcun interesse meritevole di tutela al riserbo circa l’organico dei Gruppi e il bilancio dei Gruppi stessi. E ancora meno in riferimento all’organico del Senato.
Da questo punto di vista, il bilancio che noi ci apprestiamo ad approvare è quanto di più impenetrabile e opaco si possa immaginare. Per esempio, l’enorme quantità di dati relativi al funzionamento dei Gruppi e ai loro organici è sintetizzata in una posta denominata «Contributo per il personale dei Gruppi: 14.000.000 euro». Non viene fornito alcun altro dato disaggregato. Non ci è consentito di sapere quanto di questo personale appartiene all’organico ordinario di ciascun Gruppo, quanto è in soprannumero, dove e come questo personale è utilizzato. Eppure a questo proposito ci sono dei problemi, ci sono delle contestazioni. Io stesso l’anno scorso sollevai alcune questioni in proposito. Questa è opacità totale, altro che trasparenza totale!
Chiedo allora, e per questo ho aggiunto la mia firma all’ordine del giorno G10 presentato dai senatori Astore e Del Pennino, che tutto il Senato, coerentemente con quanto è stato disposto per tutte le altre amministrazioni pubbliche, adotti e applichi a se stesso il principio della trasparenza totale. Questo implica che di ogni spesa deve essere messo on line il mandato di pagamento e il contratto in base al quale quella spesa è stata disposta. Se c’è un motivo di riserbo deve essere l’eccezione, deve esserci un provvedimento della Presidenza del Senato che dispone la non pubblicazione di quel documento. Dove non ci sia un provvedimento di questo genere, la regola generale deve essere la visibilità e la controllabilità diretta da parte di qualsiasi cittadino. Questo accade in tutte le democrazie avanzate (negli Stati Uniti, in Svezia, in Gran Bretagna, in Olanda). Dobbiamo cominciare a fare questo anche da noi perché non esiste disinfettante migliore della luce del sole. La visibilità, l’accessibilità immediata, attiva quel tesoro nascosto che è la capacità dell’opinione pubblica, della società civile, di controllare l’operato dei propri legislatori e governanti. (Applausi dal Gruppo PD).

[…]

PRESIDENTE.  Passiamo all’ordine del giorno G10.

ICHINO (PD). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ICHINO (PD). Mi sembra di capire che il Collegio dei Questori obietti che non sarebbe di competenza del Collegio stesso, né della Presidenza del Senato, interferire sul rapporto tra i Gruppi e i loro dipendenti, essendo i Gruppi dei datori di lavoro a sé stanti.
Propongo pertanto che il dispositivo di questo ordine del giorno sia corretto, espungendone i Gruppi e limitandolo ai soli rapporti di cui è titolare il Senato. Quindi, il dispositivo verrebbe ad essere riferito ai soli rapporti di lavoro alle dipendenze del Senato.
A questo proposito, vorrei ricordare che l’unica – dico unica – ragione che viene opposta alla piena trasparenza di questi dati è, come sempre del tutto inappropriatamente, la tutela della privacy. Proprio per superare questo problema, noi stessi, in qualità di legislatori, abbiamo corretto e integrato il Codice della privacy con l’articolo 19 del Collegato lavoro del 2010, stabilendo una regola di trasparenza che vale per tutti i dati inerenti al rapporto di lavoro pubblico, a eccezione dei soli dati cosiddetti “sensibili” (cioè i dati sull’iscrizione a un partito o a un sindacato e i dati sulle infermità da cui può essere affetto un dipendente e che possono causarne un’assenza dal lavoro).
Tolti questi dati, tutti gli altri, compresi quelli sulle valutazioni delle prestazioni, devono essere resi accessibili dall’amministrazione datrice di lavoro.
Allora noi chiediamo che questa stessa regola, che abbiamo stabilito per tutte le altre amministrazioni, valga anche per il Senato nel suo rapporto con i propri dipendenti.

PRESIDENTE. Senatore Ichino, stiamo parlando di dipendenti non pubblici. Molti dipendenti dei Gruppi, dei componenti del Consiglio di Presidenza e delle Presidenze delle Commissioni sono regolati da un rapporto privato, e quindi non sono pubblici.
Se togliamo tutta la parte di cui ha appena parlato le chiedo che cosa resta dell’ordine del giorno.

ICHINO (PD). Sto dicendo di riferire quest’ordine del giorno ai soli dipendenti del Senato.

PRESIDENTE. Si deve riferire alle figure professionali e non certo ai singoli soggetti. Si deve tutelare la privacy.
Da quanto ho capito, lei vuole rendere pubblici i nomi e cognomi e le retribuzioni dei dipendenti. Le chiedo se ho ben compreso.

ICHINO (PD). Il codice della privacy che noi abbiamo corretto e integrato a questo fine prevede che non è protetto l’interesse a che…

PRESIDENTE. Allora lei sta modificando l’ordine del giorno G10? In esso non si parla dei dipendenti del Senato.

ICHINO (PD). È una proposta di correzione.

PRESIDENTE. É stato già espresso un parere a tale riguardo.
Senatore Ichino, lei in sostanza sta cambiando integralmente l’ordine del giorno e sta spostando l’oggetto dell’impegno. Quindi, lei sta spostando la pubblicità non più ai dipendenti privati [cioè quelli dei Gruppi – n.d.r.], ma ai dipendenti di tutto il Senato in quanto pubblici. Sta cambiando pertanto lo scenario. Lei vuole che si sappia quale sia lo stipendio di un funzionario. Si tratta di valutazioni che deve assumere l’Aula.
Per la verità, pensavo alle figure professionali. Fare i nomi e cognomi dei dipendenti è ben diverso.

[…]

G10

II Senato della Repubblica,
in sede di esame del Doc. VIII, nn. 9 e 10 (Bilancio interno e Rendiconto del Senato),
considerata l’esigenza di assicurare il rispetto del principio di trasparenza degli atti e dei procedimenti parlamentari, intendendosi per essi non solamente quelli che concernono i lavori del Senato e quelli volti a regolare l’amministrazione dell’organo costituzionale, ma anche quelli inerenti ai lavoratori che afferiscono ai Gruppi e alle Segreterie dei Senatori eletti a presiedere organismi parlamentari di questa Camera;
rilevato che la conoscibilità dei documenti che preludono e seguono all’approvazione del Bilancio e del Rendiconto dell’organo costituzionale risulta particolarmente ardua,
impegna, per quanto di rispettiva competenza, il Collegio dei Senatori Questori e il Consiglio di Presidenza ad adoperarsi affinché sia reso conoscibile l’ammontare dei costi e la natura di ciascun rapporto di lavoro che riguardano il personale del Senato.

[Messo ai voti, questo ordine del giorno è stato respinto per effetto del voto contrario di PdL e Lega – n.d.r.]

 

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