I TEDESCHI NON ACCETTERANNO MAI DI GARANTIRE PER I NOSTRI DEBITI, ANCHE PERCHÉ IN REALTÀ SIAMO PIÙ RICCHI DI LORO – MA PROPRIO PER QUESTO DOBBIAMO ESSERE CONSAPEVOLI DELLA NOSTRA CAPACITÀ DI ADEMPIERE GLI IMPEGNI ASSUNTI VERSO L’UE CON IL FISCAL COMPACT E TENERE LA BARRA FERMA SULLA LINEA DELL’AGENDA MONTI
Editoriale di Giorgio Tonini su QdR Magazine, 24 luglio 2012
Può darsi, come ha detto Bersani, che suoni in modo sgradevole alle orecchie di molti (non credo la maggioranza) dei nostri militanti, ma la verità è semplice e, come si diceva una volta, rivoluzionaria. Il Partito democratico può vincere le prossime elezioni e dar vita ad un’esperienza di governo durevole ed efficace, ad una condizione precisa: dire la verità al Paese, a cominciare dai suoi stessi militanti, attorno a quella che ormai è stata battezzata come “Agenda Monti”.
La verità, semplice e rivoluzionaria, è la seguente: la crisi nella quale ci stiamo dibattendo non è una fase transitoria, di “emergenza”, ma uno spartiacque, che ha mutato in modo irreversibile lo scenario internazionale e i termini della questione italiana. Per anni siamo cresciuti facendo inflazione. Poi facendo debito pubblico. Infine, entrati nell’euro, abbiamo usato il bonus derivante dai bassi tassi d’interesse per eludere la necessità di aggredire i nodi strutturali del nostro sistema, a cominciare dalla bassa produttività totale dei fattori, risultato di una cattiva qualità della spesa pubblica e di un mercato del lavoro duale.
Ora non possiamo più allontanare il momento delle scelte, dell’assunzione determinata delle responsabilità. E non possiamo nemmeno più sperare nell’aiuto degli altri europei, indipendentemente dal fatto che siano governati dalla destra o dalla sinistra. I tedeschi non pagheranno il nostro debito al posto nostro, neppure se dovessero scegliere, nel 2013, un governo monocolore SPD. Per la banalissima ragione che sanno che noi italiani siamo più ricchi di loro, in termini di consistenza del nostro patrimonio privato, del patrimonio privato, all’80 per cento immobiliare, delle famiglie italiane. Dunque, dicono al di là delle Alpi, smettetela di invocare la nostra solidarietà. La solidarietà la si deve a chi è povero, non a chi è ricco e solo tanto male organizzato. Imparate a organizzarvi, ci dicono. E intanto mettete mano al portafoglio: usate il vostro spettacolare patrimonio privato (quello incautamente magnificato da Giulio Tremonti) per abbattere drasticamente il vostro debito pubblico.
Questa è la verità, semplice e rivoluzionaria, che il PD deve riuscire a dire al Paese e ai suoi militanti. Il nostro governo proseguirà lungo la rotta tracciata da Monti e codificata nel trattato europeo “Fiscal compact”: raggiungeremo il pareggio strutturale di bilancio entro il 2013 e cominceremo a ridurre il debito nella misura di un ventesimo l’anno del 60 per cento eccedente il tetto stabilito da Maastricht, in sostanza di una cinquantina di miliardi l’anno. Nel frattempo, metteremo in cantiere gli interventi necessari per innalzare il livello di produttività della spesa pubblica e di efficienza del mercato del lavoro. E vedrete che facendo questo, ridurremo e non aumenteremo le disuguaglianze sociali, che in gran parte sono esse stesse figlie della pessima qualità del nostro sistema, sia del settore pubblico che di quello privato.
Di conseguenza, selezioneremo i nostri alleati in ragione della condivisione, da parte loro, di questa semplice e rivoluzionaria verità. Mai più faremo infatti alleanze per vincere e non per governare. Come dice Bersani, noi siamo infatti il partito che mette “l’Italia prima di tutto”.
Può darsi che il PD non riesca a fare agli italiani questo semplice e onesto discorso. Ma dobbiamo sapere che in politica, come in natura, non esiste il vuoto. Qualcun altro e qualcos’altro, a quel punto, si candiderà per svolgere quella necessaria, imprescindibile, funzione nazionale.
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