PUNTIAMO ALL’UNIONE POLITICA EUROPEA

UN GRUPPO DI STUDIOSI E OPINIONISTI SOLLECITA MARIO MONTI A IMPEGNARE LA SUA GRANDE AUTOREVOLEZZA INTERNAZIONALE PER IMPRIMERE UNA ACCELERAZIONE DECISIVA AL PROCESSO DI COSTRUZIONE DEL NUOVO ORDINAMENTO DEMOCRATICO EUROPEO

Lettera aperta pubblicata dal Corriere della Sera il 25 luglio 2012 – In argomento v. anche il documento L’Agenda Monti al centro della prossima legislatura e il mio intervento Dove passa oggi la frontiera dell’equità

Caro presidente del Consiglio, le vicende europee di questi mesi e di questi giorni mostrano che c’è ormai una sola via per sormontare la crisi che sembra inarrestabile. Occorre andare alla radice della malattia grave che rischia di travolgere, con l’euro, l’intero edificio dell’Unione.
Ora che i necessari provvedimenti per la stabilità sono stati varati, inclusivi di un puntuale controllo sui bilanci nazionali e di una efficace vigilanza bancaria sovranazionale in preparazione, ci vuole un’iniziativa politica che annunci senza ambiguità l’intento di dare l’avvio – con una data certa – all’unione politica europea, a partire dall’eurozona e con chi ci starà. Sia i mercati sia la Corte costituzionale tedesca dubitano di questa volontà, che invece deve esser proclamata chiara e forte.
Questo obbiettivo, decisivo per uscire dalla crisi dell’euro, lo hanno espresso un gran numero di osservatori di primo piano di ogni Paese e anche il Fmi. Ma non si sta muovendo apparentemente ancora nulla, al di fuori di vaghi preannunci rivolti a un futuro indeterminato. Quando sarà troppo tardi. La crisi può sfuggire di mano anche in tempi molto brevi.
Unione politica, lo sappiamo, oggi vuol dire: Fiscalità sovranazionale, tesoro europeo, risorse proprie accresciute, eurobonds o redemption fund (quest’ultimo lo ha chiesto formalmente anche il Pe), investimenti importanti in beni pubblici europei, poteri accresciuti alla Bce, in prospettiva anche una sicurezza e una difesa comune. Il tutto attribuendo funzioni maggiori di governo alla Commissione e di codecisione e controllo democratico al Parlamento europeo.
Cose che in parte non trascurabile sono fattibili a trattati immutati (con il ricorso alla cooperazione rafforzata), in parte richiederanno una riforma dei trattati.
Unione politica vuol dire la riaffermazione forte degli ideali di pace, eguaglianza, democrazia, solidarietà, dignità della persona che hanno ispirato la costruzione europea sin dal suo inizio.
Andrebbe predisposto un solenne annuncio comune in tempi brevi, da parte di: Consiglio europeo, Presidente del Parlamento europeo, Presidente della Commissione. Con calendario e road-map prestabiliti: come si è fatto con l’euro nel 1990. Il Parlamento europeo dovrebbe, come già è avvenuto in passato, assumere un ruolo importante nell’intraprendere la via verso l’unione politica.
Il presidente del Consiglio italiano in carica, caro presidente, ha tutte le credenziali di credibilità internazionale ed europea per assumere un’iniziativa indubbiamente ambiziosa, ma ormai necessaria ed urgente. La quale tra l’altro corrisponde a quanto da mesi e anche negli ultimi giorni hanno dichiarato di volere gli stessi governanti tedeschi, Wolfgang Schäuble e Angela Merkel. Hanno subordinato la condivisione della responsabilità comune all’adozione di una prospettiva federale per l’Unione. Vanno presi alla lettera e messi alla prova. E così pure va fatto con la Francia di Hollande, vincendo le residue esitazioni e resistenze.
L’Unione europea può ormai venire messa in sicurezza solo puntando alto.
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Franco Bassanini, Franco Bruni, Giuseppe Galasso, Pietro Ichino, Alfonso Iozzo, Alberto Majocchi, Piergaetano Marchetti, Guido Montani, Valerio Onida, Antonio Padoa-Schioppa, Barbara Spinelli, Luigi Zanzi
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