L’ULTIMO ATTO DELL’INCREDIBILE VICENDA DEI LAUREATI A PIENI VOTI CUI LA REGIONE QUATTRO ANNI FA HA RISERVATO MILLE EURO AL MESE PER “TIROCINI NEL CAMPO DELL’INNOVAZIONE AMMINISTRATIVA” DA SVOLGERSI NELLE AMMINISTRAZIONI PIÙ ARRETRATE D’ITALIA
Commento alla notizia pubblicata dalla Gazzetta del Sud (qui sotto il link) circa il dibattito politico in corso sulla opportunità o no di prorogare l’erogazione del contributo in favore di alcune centinaia di giovani laureati a pieni voti impegnati da quattro anni in “stage” – 23 luglio 2012 – Tutti i commenti e gli interventi sulle fasi precedenti di questa vicenda sono disponibili nel portale I super-stage della Regione Calabria
Scarica il pdf del ritaglio dalla Gazzetta del Sud, 20 luglio 2012
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Quando si incomincia con gli interventi che mascherano assistenza sotto falsa occupazione o falsa formazione, nel mercato del lavoro, è molto difficile poi uscirne. Il caso dei super-stage della Regione Calabria ne è una conferma. Istituiti (illegalmente) dalla Regione con voto bi-partisan nel 2007, con utilizzazione abusiva dei contributi del Fondo Sociale Europeo, essi avrebbero dovuto ufficialmente costituire un raccordo tra università e lavoro regolare; ma fin dall’inizio era evidente che, imboccata quella via – sbagliata per l’evidente assenza di qualsiasi contenuto formativo corrispondente alle intenzioni dichiarate -, essa si sarebbe presto rivelata una trappola. Fin dall’inizio abbiamo avvertito su questo sito e sulla stampa calabrese che, finita l’assistenza, i beneficiari si sarebbero ritrovati al punto di partenza con due o tre anni di età in più e maggiore difficoltà a trovare la strada giusta nel mercato del lavoro.
Quello che colpisce di più è che a cadere in questa trappola – nonostante che fossero stati avvertiti del danno cui andavano incontro – siano stati proprio i giovani che si erano laureati con i voti più alti, e che dunque avrebbero dovuto avere, per un verso, minor bisogno di assistenza per trovare il lavoro, per altro verso antenne più sensibili per evitare truffe come questa. Ma colpisce anche la follia di un ceto politico regionale che, invece di riconoscere l’errore, ancora si attarda a chiedersi se sia il caso di continuare a sperperare in questo modo – oltretutto vistosamente iniquo – il denaro pubblico diseducando le nuove generazioni.
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