Pur nella sua inferiorità numerica, sul terreno della politica del lavoro l’opposizione ha, rispetto alla maggioranza, un vantaggio strutturale: nelle sue file in Parlamento essa annovera numerosi esponenti molto qualificati sia degli imprenditori, sia delle confederazioni sindacali maggiori.
Se il Governo-ombra saprà elaborare una soluzione innovativa e condivisa da entrambe queste componenti, la sua proposta avrà un peso rilevantissimo nella partita politico-sindacale che si apre in questi giorni con l’assunzione della carica di presidente di Confindustria da parte di Emma Marcegaglia, l’emanazione del decreto sulla detassazione delle retribuzioni e l’avvio del negoziato per la riforma della struttura della contrattazione collettiva (v. sul punto il mio editoriale pubblicato oggi da l’Unità).
Sulle prospettive di una convergenza tra maggioranza e opposizione circa le misure da adottare per la trasparenza e l’efficienza delle amministrazioni pubbliche (ma anche sull’inopportunità, per non dir peggio, del modo in cui il ministro Brunetta ha annunciato il proprio impegno su questo terreno), è disponibile sul sito la mia intervista a cura di Antonella Rampino pubblicata da La Stampa il 14 maggio.
Sullo stesso tema V. anche una lettera assai interessante, con la mia risposta (Le sciabole di Brunetta e i termini reali del problema).