I PERCHÉ DELL’INIZIATIVA CENTRATA SULL’“AGENDA MONTI”

LO SPARTIACQUE PIÙ IMPORTANTE DELLA POLITICA ITALIANA È QUELLO CHE CORRE TRA CHI È CONVINTO CHE VALGA LA PENA DI IMPEGNARSI NELLA SCOMMESSA EUROPEA DELINEATA DA MONTI E CHI NON LA RITIENE NECESSARIA, OPPURE È CONVINTO CHE NON LA SI POSSA VINCERE

Intervista a cura di Alessandra Ricciardi, pubblicata da Italia Oggi il 13 luglio 2012 – In argomento v. anche la mia intervista a la Repubblica del giorno prima

Con il documento dei quindici, chiedete ai colleghi del Pd di sostenere lealmente il governo Monti, anzi di adottarne l’agenda anche dopo le elezioni del 2013. Quali sono i temi su cui ritiene che il Pd dovrebbe essere più compatto  nel sostenere la linea Monti?
I temi cruciali sono tutti quelli indicati come tali nel discorso programmatico tenuto da Mario Monti in Senato il 17 novembre scorso. Rispetto ai quali le cose fatte dallo stesso suo Governo presentano delle lacune e dei ritardi. Ma un conto è correggere i difetti, tutt’altro conto è disfare quello che si sta facendo e proporre scelte strategiche diverse.

Per esempio?
Per esempio rinunciare all’obbiettivo del pareggio strutturale di bilancio, oppure proporsi di tornare indietro rispetto alla riforma delle pensioni, o azzerare la riforma degli ammortizzatori sociali contenuta nella legge Fornero. Oppure, più in generale, disfare la tela che Monti sta tessendo in Europa, basata essenzialmente su di una ritrovata credibilità dell’Italia come partner affidabile da parte degli altri maggiori Paesi dell’Unione.

Che riscontri avete avuto in questi giorni?
Un gran numero di messaggi di adesione, sia dall’interno del Pd, sia da parte di persone che hanno abbandonato il Pd negli ultimi tre anni. E anche qualcuno da parte di persone che hanno votato fin qui per il centrodestra, e che ora sono fortemente preoccupate dalla grave inaffidabilità del PdL sul terreno della “scommessa europea”. Perché questo, oggi, in realtà, è il discrimine più importante della politica italiana: lo spartiacque che corre tra chi è convinto che valga la pena di impegnarsi nella scommessa europea delineata da Monti e chi non la ritiene necessaria, oppure è convinto che non la si possa vincere.

Pronto a candidarsi alle primarie?
Potrebbe non essere necessario, se Bersani rispondesse positivamente e in modo convincente al nostro appello. Se invece questo non avvenisse, e se davvero fossi ritenuto io la persona più adatta per dare voce a questa vasta area politica che oggi stenta a farsi sentire, non mi sentirei in diritto di rifiutare soltanto per evitare un inevitabile drastico peggioramento della qualità della mia vita. Ma ci sono tante altre persone che potrebbero altrettanto bene, e forse anche meglio.

Per assicurare l’affidabilità dell’Italia anche dopo le elezioni del 2013, c’è chi pronostica un Monti bis. Lei cosa ne pensa?
Occorre vedere prima se Monti stesso sarà disponibile, o non sarà chiamato a incarichi ancora più alti, in Italia o in Europa. Certo, in questo momento lui è la persona che può meglio interpretare il ruolo da lui stesso disegnato per il nostro Paese nel suo progetto di costruzione europea. Ma quello che conta di più sono i contenuti essenziali della sua agenda; e costruire una maggioranza che si impegni in modo molto chiaro e netto a farne il proprio programma per i prossimi dieci anni.

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